Si è spento all’età di quasi 67 anni Tom Petty, rocker statunitense divenuto leggenda tanto per il talento quanto per ciò che i suoi brani trasmettevano. E’ morto allo UCLA Medical Center di Santa Monica, in California, dove era arrivato già privo di conoscenza a causa delle gravissime condizioni in cui riversava; pare inoltre sia stato trovato nella propria abitazione a Malibu già in condizioni critiche a seguito di un attacco cardiaco. A nulla è valso il tentativo dei medici di tenerlo in vita con l’ausilio di macchinari. ”Sono scioccato, era un amico ed un grande talento, mi mancherà. E’ una notizia che mi devasta” cosi Bob Dylan, uno dei tantissimi amici e colleghi che hanno voluto ricordare Tom Petty con ricordi personali attraverso i social. Anche gli ex Beatles Paul McCartney e Ringo Starr hanno voluto salutare Tom per l’ultima volta ed esprimere vicinanza alla famiglia di Petty in un momento di profondo dolore.
“Non voglio essere una di quelle persone che hanno successo ma sono infelici. Non è così che deve andare la mia vita”. Petty era cosi, artista ed uomo totale a cui non apparteneva alcuna aspirazione musicale fino a quando Elvis Presley, artista per cui Petty andava matto, non visitò la sua città natale, Gainesville, in Florida.
Fra i suoi maggiori successi, l’album ”Tom Petty and the Heartbreakers” tratto dal nome della band (formata nei primi anni ’70 assieme a Benmont Tench, Mike Campbell, Stan Lynch e Ron Blair) segnò il debutto di Tom Petty sulla scena nazionale ed internazionale con ”Damn the torpedoes” (1979), fra i migliori album di american music del decennio. Petty, in quel decennio, racconta storie di ribellione, sconfitte e derelitti in maniera romantica e mai retorica diventando una figura centrale nel panorama rock internazionale. Petty se ne va all’indomani di tre magnifici concerti a Los Angeles esibendosi come ogni vero musicista, fino alla fine.
di Mario Miccio