Franco Battiato è morto questa mattina nella sua residenza di Milo. I funerali avverranno in forma privata. Il cantautore era nato a Jonia il 23 marzo del 1945. Ha spaziato tra una grande quantità di generi, dalla musica pop a quella colta, toccando momenti di avanguardia e raggiungendo una grande popolarità.
Per il maestro sono passati oltre 50 anni dalle sue prime esperienze musicali a Milano, dal suo primo contratto discografico ottenuto grazie al suo grande amico Giorgio Gaber che tra l’altro, insieme a Caterina Caselli, (i due conducevano il programma “Diamoci del tu”) ha ospitato, nel 1967, la sua prima apparizione televisiva. Lungo questi decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l’arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Sicilia con la giunta Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso.
La sua malattia, purtroppo, non ha trovato la ‘cura’ che potesse impedirgli di lasciare il mondo, questa mattina, all’età di 76 anni. Dire che il mondo della musica e della cultura subiscono una perdita fortissima con la sua scomparsa non è retorico: il cantautore siciliano, con le melodie e i testi dei suoi brani, ha senza dubbio lasciato un vuoto incolmabile, per l’unicità della sua quota artistica. Era nato il 23 marzo 1945 a Jonia e già il luogo dei suoi natali è sintomaticamente pirandelliano, in quanto ‘esiste’ come tale solo per sei anni, dal 28 dicembre del 1939 al 25 ottobre del 1945, proprio l’anno della sua nascita, quando Francesco (si farà poi chiamare artisticamente Franco, su suggerimento di un altro grande Francesco: Guccini…) aveva appena sette mesi: prima era il comune di Giarre-Riposto, in provincia di Catania, istituito durante il fascismo con la riunificazione dei due distinti municipi di Giarre e di Riposto, alle pendici dell’Etna, che a loro volta si erano divisi nel 1841.”Il vulcano dà e il vulcano prende”, dicono i siciliani: e così sotto il vulcano Battiato si è anche spento, nella sua casa di Milo. Da tempo aveva lasciato la scena pubblica, a causa di una malattia, ritirandosi proprio nel suo ‘eremo’ alle falde dell’Etna. E i suoi versi forse più belli, quelli contenuti nel brano ‘La Cura’, oggi ritornano subito alla mente: ‘Guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…’. Ma i successi firmati da Franco Battiato, spesso su testi del filosofo Manlio Sgalambro e accompagnati dal violino di Giusto Pio, da lui stesso interpretati, alcuni anche in dialetto siciliano, oppure affidati ad artiste ‘icone’ della sua produzione, come Giuni Russo o Alice, o a interpreti del calibro di Carmen Consoli o di Milva, che lo ha preceduto di pochi giorni nella sua scomparsa, quasi non si contano.