Dopo un’intera giornata di preghiere e l’intonazione costante dell’antico canto delle “parenti” di San Gennaro, che hanno invocato da questa mattina lo scioglimento del grumo di sangue solido per la cerimonia dedicata al patrocinio della città di Napoli, non è arrivato l’atteso miracolo di San Gennaro.
Il consueto sventolio del fazzoletto bianco, quest’anno affidato al membro della Deputazione Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, facente parte di una delle più antiche famiglie del patriziato napoletano, non è quindi avvenuto. Il sangue è rimasto assolutamente solido fin quando le ampolle non sono state riposte e chiuse nell’antica cassaforte, eccezionalmente alle 19.30 invece che alle 18.30, nella speranza che il miracolo si potesse compiere. L’ultima volta che il prodigio non è avvenuto risale a 4 anni fa, il 16 dicembre 2016, ma in questa occasione il mancato scioglimento del sangue è stato particolarmente sentito dai fedeli.
Mai come quest’anno infatti sono state e sono ancora tantissime le telefonate che sono giunte al Museo del Tesoro di San Gennaro da tutto il mondo per sapere se il prodigio si fosse compiuto. Dopo l’annullamento della processione di maggio e le celebrazioni “a porte chiuse” del 19 settembre, anche il terzo miracolo di San Gennarp, quello del 16 dicembre, ha avuto uno svolgimento insolito. E’ stato, infatti, eccezionalmente l’altare maggiore della Cattedrale napoletana il luogo delle celebrazioni che ricordano lo scampato pericolo della città di Napoli dall’eruzione del Vesuvio del 16 dicembre 1631, quando l’esposizione in processione del sangue e del busto del Santo protettore al Ponte dei Granili fermò il magma che minacciava di distruggere la città.
La Deputazione della Cappella del tesoro di San Gennaro, l’antica istituzione laica in rappresentanza della città di Napoli che custodisce e protegge il sangue del Santo Patrono di Napoli per il voto espresso nel 1527, in quell’occasione fece erigere la guglia di San Gennaro di piazza Riario Sforza affidando la realizzazione a Cosimo Fanzago. Quello di dicembre, ultimo delle tre cerimonie dello scioglimento del sangue che si ripetono tradizionalmente ogni anno e forse il meno conosciuto, è detto anche il “miracolo laico” perché usualmente si svolge nella Cappella del Tesoro di San Gennaro all’interno del Duomo, ma evidentemente era uno spazio troppo piccolo per garantire il dovuto distanziamento tra i presenti in tempo di pandemia.