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«La mia opinione è che zone e sottozone siano una grande buffonata». A dirlo è il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del suo appuntamento social settimanale sull’emergenza sanitaria. «Abbiamo verificato con quanta difficoltà dal Ministero della Salute comunicano i dati oggettivi per la classificazione: per una parte ci sono ragioni obiettive per le classificazioni, per altra parte alcune ragioni rinviano semplicemente a ragioni di politica politicante, la sanità non c’entra niente». Per il Governatore «il livello dei controlli, tranne forse nella prima giornata, è praticamente uguale a zero. Parlare di zona rossa in queste condizioni veramente fa innervosire, fa indignare. Io ormai mi sono convinto, e lo dico tranquillamente ai miei concittadini, che siamo nelle mani del padreterno e, per quanto ci riguarda, della Regione Campania. Tutto il resto è una valanga di chiacchiere, fumo, ipocrisia e finzioni. Questa non è una zona rossa, non ho che cosa sia ma evitiamo perlomeno di prenderci in giro. Noi qui in Campania stiamo combattendo con le mani nude. Ringrazio di cuore tutto il personale sanitario per lo sforzo enorme che stanno facendo».
I DATI. Per De Luca ci sarebbero regioni che non comunicano dati corretti falsando quindi le percentuali dell’emergenza. «Siamo l’unica Regione che ha chiesto un’operazione trasparenza. Il presidente dell’associazione degli anestesisti ha detto che ci sono Regioni d’Italia che danno dati falsi in relazione alle terapie intensive, per far abbassare la percentuale di occupazione, e ci sono Regioni che comunicano un numero altissimo di tamponi ma non molecolari per far abbassare le percentuali di positivi. Pensate che il Ministero della Salute abbia attivato i nuclei ispettivi per controllare se questo corrisponde al vero oppure no? Non abbiamo nessuna risposta certa».
SCUOLA. «Ieri – ha detto De Luca – si è tenuta una riunione tra le Regioni e il Governo e, al di là delle chiacchiere che di solito si fanno in queste riunioni, è emersa una cosa concreta: l’orientamento di riaprire le scuole il 9 gennaio. Mi auguro che le scuole si aprano a gennaio, evitando di incentivare la ripresa del contagio. Una delle cose più sconvolgenti a cui abbiamo assistito in queste settimane – ha aggiunto il Governatore – sono le posizioni del ministro dell’Istruzione, spalleggiata dal presidente del Consiglio. Voglio mantenermi con toni molto misurati, ma si poteva immaginare di aprire le scuole il 9 dicembre, poi chiuderle due settimane per le feste di Natale, poi riaprirle a gennaio? Veramente non ci sono parole. Siamo in un Paese nel quale le cose più semplici, quelle di buon senso, sono una conquista. Mi auguro che si aprano le scuole a gennaio evitando di incentivare la ripresa del contagio e mettendo in condizione soprattutto i Comuni di fare le cose che devono fare per riprendere l’attività in condizioni di sicurezza»
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