Finalmente il pallone è tornato protagonista per tutti gli appassionati e tifosi. La sfera amaranto aveva già fatto i suoi primi giri a Benevento, in amichevole, e aveva mostrato una discreta Reggina, seppur uscita sconfitta di misura dal Vigorito. Gli amaranto, oggi, tornano da Salerno con un punto aggiunto all’ancora vuoto bottino, ma con tanti spunti di riflessione. Sarebbe facile regalare la copertina alla magia (illusoria) che Jeremy Menez ha siglato per il momentaneo 1-0 amaranto, ma qualche parola in più si può e deve spendere per Ricardo Faty. Dopo tante riflessioni giunte sul mercato, non senza qualche critica mossa sull’operato del DS Taibi, specie per le operazioni che hanno coinvolto quasi esclusivamente calciatori svincolati, facendo nascere alcune perplessità tra i tifosi, il mediano franco-senegalese, gettato nella mischia (al posto di un Bianchi piuttosto appannato) dopo la prima ora di gioco da Mimmo Toscano, ha subito preso in mano le redini del centrocampo, dando manforte e respiro a Crisetig, che fino a quel momento era sembrato troppo solo, in balia di un centrocampo salernitano apparso più fisico. Faty ha mostrato grande sicurezza, utilissimo in fase difensiva con i suoi centimetri in marcatura e sulle palle alte, ha recuperato palloni, guadagnato falli con esperienza, il tutto senza disdegnare di accompagnare con lunghe falcate (esageriamo? Alla Patrick Vieira!) le azioni in ripartenza, e non ultimo, suo l’ intervento poderoso su Lopez da dove è nata l’azione del vantaggio di Houdini Menez.
Aspettando gli altri volti nuovi, e soprattutto la forma fisica e i meccanismi che il Mister chiede ai suoi, questa Reggina può guardare con ottimismo ai prossimi impegni, e finalmente (forse) si faranno meno parole e più.. Faty.
Daniele Vigilante