“Gli abbiamo dato tutto l’ossigeno del mondo fino alla fine, suo padre l’ho abbracciato io al posto suo prima che lo portassero dal pronto soccorso alle cure palliative”. E’ una storia, l’ennesima, che viene dalla zona rossa in Lombardia. A raccontarla è la figlia di Ottavio un paziente morto per Coronavirus dopo circa dieci giorni di ricovero in ospedale. Nelle stesse condizioni la moglie che lotta contro il virus in ospedale. Il giovane camice bianco ha scritto delle parole alla figlia del paziente che ha tenuto in cura e che poi non ce l’ha fatta. Questo è uno dei tanti episodi che accadono quotidianamente negli ospedali. I familiari dei pazienti deceduti per Covid non possono salutare, per motivi di sicurezza, i propri cari, ne organizzare un funerale come si è sempre fatto prima delle norme anticontagio previste dal Governo in fase di emergenza epidemiologica. A raccogliere in punto di morte le ultime volontà sono proprio gli operatori sanitari a cui vengono affidati messaggi, volontà, saluti. Capita anche che i medici, grazie alla tecnologia, si rendono disponibili a fare videochiamate, telefonate tra i pazienti ed i propri familiari.
Infatti come racconta la figlia del paziente, noto farmacista, che i medici “sono riusciti a fare in modo, tenendo il cellulare vicino al suo orecchio, che io e mio figlio, il suo unico nipote, lo potessimo salutare per l’ultima volta”. “Volevo dire che abbiamo fatto tutto il possibile – scrive il medico – quando le ho comunicato per telefono del trasferimento mi sono sentito morire un po’ dentro perchè era un bravo uomo e gentile. Mi salgono ancora le lacrime agli occhi pensando a come teneva stretto il cellulare con il si sentiva vicino a voi tutti. Ho provato a dargli tutte le possibilità di questo mondo e mi dispiace terribilmente di non esser riuscito a salvarlo. Voglio dirle che non ha sofferto per niente. Me ne sono assicurato personalmente”. CLICCA QUI E METTI MI PIACE ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK
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