Nell’immaginazione di tutti noi è rappresentata da un’anziana signora dal naso lungo, scarpe rotte e un aspetto simpatico. La Befana, come da tradizione, la notte tra il 5 e il 6 gennaio porta doni a tutti i bambini del mondo, ma quali sono le origini del curioso e simpatico personaggio?
L’arrivo della Befana, dal punto di vista religioso, è da ricollegarsi alla visita dei Re Magi alla grotta di Gesù Bambino, avvenuta il 6 gennaio, con l’omaggio dei tre doni: oro, incenso e mirra. Da un punto di vista pagano, la figura dela Befana, è da ricollegarsi alle misteriose figure che volavano sui campi appena seminati, pronte a propiziare un buon raccolto per l’anno. Furono i Romani ad ereditare per primi i riti propiziatori pagani, associandoli al calendario romano. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, la popolazione romana celebrava la morte e la rinascita della Natura Madre, ed è proprio in quelle notti che si credeva delle figure volanti femminili volassero sui campi appena seminati. Nel IV Secolo, la Chiesa di Roma abolì tutti i riti e usanze popolari, ma le personificazioni rimasero fino ad essere riaccettate; la Befana assunse quindi la figura di un’anziana simpatica rappresentata su una scopa volante. Nel periodo del Fascismo, il regime introdusse la Befana Fascista, ed il 6 gennaio diventó il giorno in cui venivano regalati doni ai bambini delle classi sociali più povere e al contempo dare visibilità ai fasci femminili e all’opera nazionale del dopolavoro.