Vitangelo Spadavecchia l’ex portiere del Sorrento in campo in occasione del derby tra Juve Stabia e Sorrento, vinto per uno a zero dalla squadra stabiese, viene assolto dalla Corte d’Appello di Napoli perché il suo errore, di cui beneficiò Mineo segnando il gol della vittoria, fu un errore tecnico e non voluto per alterare il risultato della gara. A distanza di dieci anni l’ex numero uno del Sorrento, che rinunciò all’istituto della prescrizione, ribalta la sentenza emessa in primo grado. I reati degli altri tre protagonisti di quella famosa partita tra cui Cristian Biancone all’epoca attaccante del Sorrento che non disputò il match sono stati considerati prescritti. Prescritte anche le accuse a Francesco Avallone e per Roberto Amodio, ex dirigente delle Vespe e attualmente direttore del settore giovanile della squadra stabiese. Sia Amodio che Avallone in primo grado furono condannati a un anno e otto mesi di reclusione con pena sospesa mentre Biancone e Spadavecchia a otto mesi.
Quella partita, quindi, finita nel mirino della Dda nel filone d’indagine Golden Gol 2, nel quale si ipotizzava l’ingerenza della criminalità organizzata sulle gare calcistiche non è stata alterata dalla “papera” di Spadavecchia che compì un semplice errore tecnico. I giudici con questa sentenza hanno riscritto difatti la storia della presunta Calciopoli ai piedi del Vesuvio su un giro di partite che, secondo le ricostruzioni dei magistrati della Dda, furono comprate con la complicità della criminalità organizzata. Ci furono penalizzazioni e squalifiche con una partita sospetta finita nel mirino degli investigatori. Il derby tra Juve Stabia – Sorrento disputato nell’aprile di dieci anni fa dove la spuntano le Vespe di Castellammare con un gol di Mineo. Una rete nata dalla “papera” del giovane portiere Vitangelo Spadavecchia. Per i giudici quindi il portiere non partecipò alla combine del derby tra Juve Stabia e Sorrento. “E’ la fine di un incubo – dichiara il portiere – Essere accusato di una cosa che non esiste non è stato facile. Dico grazie alla famiglia che mi è stata vicina. Una volta che usciranno le motivazioni valuterò, insieme al mio legale, l’eventualità di un risarcimento”. Secondo gli investigatori i due calciatori avrebbero accettato circa 50mila euro per truccare la gara del Campionato di Serie C. Secondo l’antimafia c’erano interessi della Camorra stabiese sull’affare delle scommesse sportive ma l’aggravante mafioso cadde già nel corso dell’udienza preliminare con il gip. Tuttavia si procedette con il processo per frode sportiva ribaltato in secondo grado dal portiere. Per gli altri coinvolti è intervenuta la prescrizione. Per leggere le motivazioni bisognerà aspettare novanta giorni. CLICCA QUI E METTI MI PIACE ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK