“Chi ama non dimentica”. Potrebbe essere questa frase l’emblema del legame tra Maurizio Sarri e il Napoli. Oggi, nel giorno del 60esimo compleanno dell’attuale tecnico del Chelsea, i napoletani e la società azzurra non hanno fatto mancare l’affetto verso un uomo che ha dato tanto al popolo partenopeo e viceversa. Un rapporto speciale caratterizzato da uno scettismo iniziale e da un amore straordinario e unico nei tre di permanenza di Maurizio sotto al Vesuvio. La “guerra” alla Juventus, i due scudetti sfiorati, soprattutto quello dell’anno scorso che molto probabilmente meritava di vincere. Il “Sarrismo” divenuto un motto, uno stile di vita. Il bel gioco, il più bello d’Italia e tra i migliori in Europa. Dal 2015 al 2018, un triennio d’oro, il triennio più bello della storia del Calcio Napoli senza considerare l’alieno Maradona. Perché molto probabilmente subito dopo D10S, come uomo c’è Maurizio Sarri. Il “Comandante”, l’artefice della lotta fino al palazzo, l’allenatore che non è riuscito a portare a casa nessun titolo ma è riuscito in tre anni a conquistare un trofeo ben più importante: il cuore di un intero popolo. E in quel di Londra, durante la festa dei suoi primi 60 anni, magari Maurizio avrà pensato sicuramente almeno per un secondo alla sua gente, alla sua città e a quel che poteva essere ma chissà per quale motivo non è stato. Un amore terminato forse troppo presto, terminato con un inchino in quel Napoli-Crotone. Un momento indimenticabile per lui e per tutti i napoletani. Adesso sulla panchina azzurra siede uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio, ma a Napoli vincere non è l’unica cosa che conta e con Sarri al comando tutti hanno per un momento sognato un qualcosa che solo il più grande calciatore di tutti i tempi è riuscito a conquistare.