L’Università Rey Juan Carlos di Madrid è stata la meta per 500 neolaureati italiani in giurisprudenza, finiti ora sotto indagine con l’accusa di frode nella validazione di diritto di titolo, al fine di ottenere l’abilitazione alla professione di avvocato che permette di poter esercitare la professione a livello europeo, al costo di 11mila euro a testa. Il fatti si riferiscono al 28 giugno 2016, come riferito dai quotidiani La Stampa e La Repubblica, dove gli aspiranti principi del foro italiani hanno preso parte alla prova, scaturendo stupore e sospetti dei colleghi spagnoli, autori poi della denuncia. Il viaggio nella capitale iberica era utile ai dottori in giurisprudenza per sostenere l’esame evitando sia il tirocinio che il test in Italia, cosa che ha condotto l’Ordine degli avvocati a trovare una soluzione attraverso norme più severe. Difatti, in terra italiana, alcun titolo di studio ricevuto all’estero è riconosciuto, se non una laurea o un master. Il tutto sarebbe stato messo in piedi da una società che ha consentito ai neolaureati di frequentare un master in “abrogacia” e dopo aver sostenuto otto esami, si raggiungevano i punti di credito previsti per affrontare il test.