Roma. Giornata di fiducia per il Governo Conte. Dopo aver incassato il si dal Senato, nella giornata di ieri, quest’oggi tocca alla Camera dei Deputati. Ecco l’intervento dell’onorevole stabiese Lello Vitiello.
“Onorevoli colleghi, Onorevole Presidente del Consiglio,
prendo la parola a nome della componente cui appartengo e in nome del sacrosanto dovere di rappresentare la coerenza della missione politica intrapresa da noi sin dal giorno in cui abbiamo accettato la candidatura offerta dal Movimento: la nostra scelta è stata motivata dalla profonda e ragionata convinzione che la politica tradizionale di questi ultimi anni ha fallito e che occorreva – e occorre – rimettere al centro di ogni programma le esigenze e i problemi concreti di tutti i cittadini e non gli interessi del singolo. E il programma del Movimento 5 Stelle, certamente non perfetto ed esaustivo in ogni suo punto, ha – altrettanto certamente – reso il cittadino nuovamente protagonista della prospettiva di governo: una sfida resa semplice dalla voglia di riscatto di un Paese tradito, di elettori delusi che non osavano più riconoscersi nei partiti tradizionali. Noi del MAIE vogliamo credere alle premesse di questo Governo, non perché ci sentiamo “responsabili” nell’accezione negativa del termine, ormai strumentalizzato dalla stampa a causa della radicata tradizione di votare qualsiasi fiducia pur di non andare a casa, bensì perché siamo orgogliosamente responsabili nei confronti del nostro elettorato e del nostro territorio, ove abbiamo avuto un giusto e generoso riscontro personale per aver portato avanti, con convinzione e dedizione, una proposta politica di vero cambiamento … nonostante “nel mezzo del cammin” della campagna elettorale siano venuti fuori problemi inesistenti e comunque risolvibili la cui frettolosa e sbrigativa gestione ci ha ingiustamente travolti e inutilmente mortificati, facendo emergere una criticabile immaturità culturale e ideologica che contraddice finanche i valori intangibili della nostra Carta costituzionale, peraltro più volte da Lei richiamati nei Suoi prolegomeni. Nonostante tutto, crediamo che il contratto di governo, pur con doverosi aggiustamenti che nel corso della legislatura e della dialettica politica interverranno, mantenga fede al patto di cambiamento stretto coi cittadini durante la scorsa campagna elettorale. Non posso, infine, esimermi da una considerazione di carattere personale: credo in Lei, Presidente Conte, perché conosco bene l’ambiente delle facoltà di giurisprudenza e perché conosco ancora meglio l’ambiente dell’avvocatura … so che Lei è un riferimento per l’Accademia e per la professione, peraltro in quest’aula ampiamente e adeguatamente rappresentate, e so anche che Lei non ha un carattere facile perché saggiamente critico nei confronti dell’approssimazione e giustamente ostile all’imbarbarimento e all’appiattimento culturale, condizioni da me sempre osteggiate. E Le darò fiducia, Presidente, nonostante abbia subito e stia tuttora subendo una gravissima forma di discriminazione che, violando ogni principio costituzionale, dall’art. 2 all’art. 21 Cost., reca un ingiustificato pregiudizio sulla mia persona senza averlo, tuttavia, in alcun modo meritato. La mia storia personale e professionale mi consente, comunque, di guardare oltre e di dare sempre priorità ai cittadini nella certezza che Lei, da Presidente e da Avvocato del Popolo (come ha voluto definirsi), porrà fine a questa scellerata quanto incostituzionale campagna d’odio. Del resto, i leader di questa maggioranza – mantenendo inalterata questa squadra di governo – hanno già dimostrato di poter superare regole anacronistiche e discriminatorie e di saper difendere gli stessi diritti e le stesse libertà da me invocati.
La ringrazio”