Tutto finisce, anche le storie d’amore più belle. Zinedine Zidane, annuncio di pochissimi minuti fa, si è dimesso da allenatore del Real Madrid. Nessuno scontro con la dirigenza, nessun problema con l’ambiente, solo una motivazione di natura personale. Dunque, scelta rispettabilissima e probalbilmente azzeccatissima. Ed è semplice intuire il perché: Zizou ha lasciato da assoluto vincente. Tre Champions League negli ultimi tre anni, record assoluto nella storia del calcio, tutte le finali disputate le ha vinte e ha conquistato l’amore di un popolo, quello Blanco, tra i più esigenti se non il più esigente del mondo. “Siamo il Real Madrid e dobbiamo vincere, sempre!”. E’questo il pensiero di ogni singolo tifoso madridista e Zidane lo ha rispettato a pieno. Il Madrid è la squadra più forte del pianeta, una delle rose più vincenti di sempre grazie soprattutto al suo oramai ex allenatore, il quale circa tre anni fa (con precisione gennaio 2016 quando subentrò a Rafa Benitez), arrivò tra mille dubbi e tanto scetticismo sia della “Torcida” sia degli addetti ai lavori.
La sua unica esperienza in panchina fu sempre al Real ma quello B, dunque come poteva mai un allenatore giovane e inesperto portare sul tetto del mondo una società così prestigiosa? Risposta molto semplice: lavorando h24 sul campo ma soprattutto farsi volere bene e farsi rispettare da un gruppo composto da grandi campioni e grandi uomini. Ci è riuscito alla perfezione, da vero comandante di un esercito formidibile.
Oggi, 31 maggio 2018, si chiude l’era ZZ al Madrid ma come ha annunciato lui in conferenza “forse è solo un arrivederci”. E in effetti non potrà mai essere un addio, perché nelle vene di Zizou scorre sangue Bianco, il sangue puro di un vero tifoso del Real Madrid. Adesso viene il bello per Florentino Perez e soci. Trovare un degno erede. Pochettino o Conte? L’italiano potrebbe essere un sostituto validissimo ma per lui il compito sarà rasente all’impossibile: ripetere l’irripetibile.