L’Italia non ha un governo ma finalmente ha un Commissario Tecnico: si riparte da Mancini e da Balotelli…forse


L’Italia versa in una condizione socio-politica vergognosa da oramai tanti anni. A questa crisi governativa si è affiancata da qualche tempo anche un’involuzione del sistema calcistico nazionale (ovviamente non stiamo qui a paragonare le due problematiche, ma il calcio per gli italiani è più di uno sport). Una formazione italiana non vince una competizione europea da 8 ben anni; la nazionale dal 2006 ad oggi ha mostrato molte più ombre che luci. Il fondo si è toccato, però, quel maledetto 13 novembre scorso quando la modesta Svezia ci ha eliminati dal playoff e costringerà 60 milioni di spettatori a guardare da neutrali il Mondiale in Russia, ad un solo mese dal primo fischio d’inizio.
Da quella sera sono passati circa sei mesi, e da allora la Nazionale è stata abbandonata da tutto e da tutti. Senza un presidente federale dopo l’addio di Tavecchio, senza un Commissario Tecnico dopo l’allontanamento di Ventura e con tanti personaggio attorno al sistema nazionale per cercare di aggiustare le cose, ma invano. Fino alla giornata di ieri, quando finalmente, si è raggiunto l’accordo con Roberto Mancini, ex tecnico di Zenit, Inter e Manchester City tra le tante. Il Mancio non è mai stato, probabilmente, la prima scelta della Federazione, la quale aveva in testa soprattutto il nome di Carletto Ancelotti, ma attenzione, il tecnico di Jesi è un grande allenatore ed è soprattutto un tecnico di grande spessore internazionale. Il suo contratto scadrà nel 2020, con un’opzione di rinnovo fino al 2022, dunque Mancini avrà l’arduo compito di riportare l’Italia ad un livello quantomeno accettabile, disputare un grande Europeo per poi puntare al Mondiale del 2022, dove gli azzurri dovranno esserci obbligatoriamente.
Dal punto di vista tattico, Roberto Mancini è uno dei più duttili sulla piazza. Con l’Inter ha giocato in tantissimi modi: dal 4-4-2 al 4-3-3 passando per il 4-2-3-1. Anche in Inghilterra sulla panchina dei Citizens, il Mancio ha dimostrato di non essere un integralista e di adattarsi in base ai calciatori a disposizione. Diciamo che questo aspetto non è da sottovalutare, soprattutto dopo l’esperienza estremamente negativa con Ventura, mai disposto a cambiare atteggiamento tattico e fissato con il 4-2-4 con giocatori disposti in ruoli sbagliati ( ad Insigne non piace questo elemento). E poi Mancini avrà un vantaggio niente male: fare peggio di questo biennio appena trascorso è estremamente impossibile, anzi lo diciamo senza paura, è impossibile e basta.
Da dove ripartire? Innanzitutto Mancini avrà bisogno di uomini con carisma al suo fianco. Uomini con la u maiuscola, uomini che hanno respirato l’aria di Coverciano e sanno cosa vuol dire indossare quella maglia azzurra e soprattutto sanno come si fa a vincere. Ci riferiamo in particolar modo ad alcuni elementi del gruppo campione del mondo in Germania. A gente come Pirlo, che il 21 maggio darà il suo addio al calcio a San Siro, o lo stesso Buffon che al 99,9% smetterà quest’anno e chi meglio di lui potrebbe dare una mano al neo CT. Senza dimenticare i vari Del Piero (bravo e competente a Sky, ma non ce ne voglia l’emittente televisiva di Murdoch, ma ci piacerebbe rivedere Alex a lavorare sul campo). Cannavaro, Nesta, Toni, Zambrotta e chi ne ha più ne metta, rivederli al centro tecnico di Coverciano farebbe sicuramente un certo effetto. Ovviamente spetterà a Mancini scegliere gli uomini del suo staff.
Il discorso sui calciatori dovrà attendere magari qualche altro mese prima di capire chi farà parte del nuovo corso. Ma un nome che circola da tanti anni senza avere un riscontro in una convocazione è quello di Mario Balotelli. Chi meglio di Mancini lo conosce e sa gestirlo? Nessuno. Forse anche più dello stesso Mario. Tra i due c’è un rapporto speciale, un rapporto fatto di odi et amo, un rapporto che va oltre il campo. Mancini lo ha lanciato nel calcio dei grandi, e sia nell’Inter che nel City hanno vinto e Balotelli lo ha fatto in entrambi i casi da protagonista. E poi ci sono i numeri che in questi anni sono dalla parte dell’attaccante bresciano: quasi 30 gol in una cinquantina di presenza con la maglia del Nizza, tante belle giocate ma mai sufficienti per meritare una chiamata in azzurro. Il momento, probabilmente, è giunto. L’accoppiata Mancini-Balotelli potrebbe risultare nuovamente decisiva. E speriamo sia la volta buona, perché questa sarà l’estate più brutta di sempre per gli italiani appassionati di calcio.

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