Fare 100 gol in serie A è un’impresa non da poco, e non tutti i grandi attaccanti che hanno giocato nel nostro massimo campionato ci sono riusciti. Un privilegio per pochi, un “club” ristretto all’interno del quale entrano a far parte solo i migliori della storia del calcio italiano.
Marek Hamsik di professione centrocampista, con il bel gol siglato ieri al Torino ne fa ufficialmente parte. Centesima rete in maglia azzurra, a sole due lunghezza da Vojak, miglior bomber del Napoli in serie A a girone unico e a sei gol da Sallustro, miglior marcatore generale della storia del club azzurro. Hamsik ha davanti ancora alcune stagione ad alto livello, e se non dovesse succedere nulla in chiave mercato, sarà primo in ogni classifica di tutta la storia del Calcio Napoli.
Un grandissimo calciatore che verrà ricordato per sempre non solo nella storia del Napoli per i record battuti di Maradona ma anche nella storia della Serie A. Il capitano e bandiera degli Azzurri da oramai dieci anni, ogni stagione ha sempre dato il meglio di sè. Alcune volte criticato (ingiustamente) e spesso cambiato dai suoi allenatori. Ma Marek non ha mai pronunciato una parola fuori posto, mai a contestare una scelta tecnica. La sua priorità è sempre stato il gruppo, ed è un esempio il record di gol della storia del Napoli di Maradona, inseguito a lungo. Per un certo periodo di tempo, Hamsik ha sofferto questa situazione ma non ha mai mostrato un cedimento psicologico e ha sempre cercato di mettere in primo piano la vittoria della squadra. Riuscendoci.
Un comportamento da leader e da vero capitano, un grande uomo prima che un grande calciatore. Lo scudetto quest’anno l’avrebbe meritato soprattutto per l’aver dedicato l’intera carriera ad una sola piazza. Una piazza che non ha sempre apprezzato ciò che ha fatto e sta facendo in campo il proprio capitano, non mostrando la giusta riconescenza. Certo stiamo parlando di un’esigua parte della tifoseria partenopea, perché per la maggior, Hamsik è un idolo, una bandiera e un esempio da seguire in tutto e per tutto.
E se gli obiettivi di squadra sono sfumati, quantomeno sono arrivati quelli individuali, ampiamente meritati. Benvenuto tra i “Centenari” Marek.