Il 2017 è stato un anno positivo per chi ha scelto di acquistare casa: i tassi di interesse dei mutui ai minimi, il prezzo degli immobili sostanzialmente stabile e l’aumento del reddito a disposizione delle famiglie hanno creato condizioni favorevoli per comprare. Ma chi ha presentato domanda di mutuo prima casa, quanti anni di stipendio dovrà versare per restituire alla banca il capitale richiesto? Al netto degli interessi e considerando che oggi le famiglie italiane cercano mediamente di destinare alle rate del mutuo circa il 25% del reddito annuale, Facile.it e Mutui.it hanno calcolato che occorrono in media 17 anni e 10 mesi. Il risultato emerge dall’analisi di circa 40.000 richieste di mutuo prima casa raccolte dai due portali da gennaio 2013 a dicembre 2017 i cui valori sono stati incrociati con i dati Istat disponibili relativi ai redditi delle famiglie italiane. Aumentano gli anni necessari, ma anche gli importi richiesti. Il valore risulta in crescita rispetto al 2013, quando le famiglie che richiedevano un mutuo dovevano mettere in conto di destinare alla banca in media 16 anni e 10 mesi di stipendi. Brutte notizie? In realtà no, se si considera che dietro all’aumento degli anni necessari a ripagare il capitale non vi è una riduzione dei redditi medi delle famiglie italiane, bensì un aumento della cifra richiesta agli istituti di credito. Nel 2013 l’importo medio che gli aspiranti mutuatari cercavano di ottenere per acquistare la prima casa era pari a 123.583 euro, mentre nel 2017 la richiesta media è aumentata dell’8% raggiungendo i 133.456 euro. «Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad una consistente diminuzione dei tassi di interesse e degli spread applicati dalle banche, che ha determinato un alleggerimento della rata mensile», spiega Ivano Cresto, Responsabile BU mutui di Facile.it. «Questo ha consentito alle famiglie di richiedere in prestito importi più elevati, mantenendo comunque una rata mensile contenuta, che non impattasse troppo sul reddito complessivo». La dinamica spiegata da Cresto risulta molto chiara se si guarda a come è cambiato negli ultimi quattro anni il valore medio della rata e il suo il rapporto con il reddito mensile delle famiglie richiedenti; nel 2013 la rata media richiesta era pari a 663 euro, con un impatto del 27% sullo stipendio mensile, mentre nel 2017, nonostante gli importi richiesti alle banche siano aumentati, la rata media è diminuita arrivando a 606 euro, con un impatto del 24% sul reddito mensile medio. Se per assurdo fosse possibile destinare alle rate del mutuo il 100% del reddito annuale, alle famiglie italiane basterebbero oggi mediamente 4 anni e mezzo per restituire alla banca la quota capitale presa in prestito al netto degli interessi, mentre nel 2013 servivano 4 anni e 2 mesi.
Le differenze regionali.
Analizzando in ottica territoriale le richieste di mutuo prima casa raccolte dai due portali nel 2017, emergono importanti differenze tra le aree del Paese. Gli aspiranti mutuatari della Campania risultano essere quelli che dovranno mettere in conto più anni, e stipendi, per restituire il capitale richiesto al netto degli interessi; 21 anni, ipotizzando, come detto, che ogni anno confluisca nel mutuo una somma pari al 25% dello stipendio. Seguono in classifica i richiedenti mutuo del Lazio (20 anni e 3 mesi) e della Sicilia (19 anni e 11 mesi)
Di contro, le aree dove i valori si riducono notevolmente sono il Friuli Venezia Giulia, qui i richiedenti mutuo impiegano in media 13 anni e 10 mesi, l’Umbria (14 anni e 7 mesi) e l’Emilia Romagna (14 anni e 11 mesi).