Napoli. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli nord ha convalidato il fermo che era stato disposto per i tre ragazzini accusati di aver ucciso il vigilante Franco Della Corte, aggredendolo con un bastone la notte del 3 marzo alla stazione della metro di Piscinola. I tre hanno pianto e chiesto perdono per quanto hanno fatto, ma non è bastato. Per ora restano in carcere. I tre sono stati fermati dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, incastrati dal sistema di videosorveglianza e dalle intercettazioni telefoniche con l’accusa di essere gli autori dell’omicidio con lo scopo della rapina della pistola di ordinanza che poi avrebbero dovuto rivendere. Hanno confessato sia davanti agli agenti che vanti al giudice questa mattina. Solo il 15enne, considerato il capo del branco, ha parzialmente cambiato la versione dei fatti raccontata poco più di 48ore prima. Aveva detto, con suo padre presente, di essere stato lui a ideare il tutto, lui a prendere un piede di legno di un tavolo trovato in un cassonetto della spazzatura e a colpire alla testa il 51enne che aveva appena finito il suo turno di lavoro alla metro. “Ho fumato uno spinello e poi ho deciso di aggredire quell’uomo, lo volevo solo picchiare”, aveva detto. Questa mattina, L., assistito dal suo avvocato, ha invece coinvolto anche i suoi amici. “Anche loro erano d’accordo con me, io e K. abbiamo preso due bastoni e li abbiamo scagliati contro la guardia giurata. Io l’ho colpito tre volte e K. lo ha colpito due volte. L’altro nostro amico, C., era più distante e non ha partecipato all’aggressione anche se era d’accordo con noi”, dice. Ha colpito forte perché non voleva più farlo rialzare da terra: “Temevo che poi dopo mi riconoscesse e allora non abbiamo preso la pistola che aveva nello zaino perchè abbiamo visto il sangue e ci siamo spaventati”. Stessa versione, identica, e’ stata raccontato da K, 17 anni e da C., 16 anni, che sognava di fare il calciatore. Il giudice ha convalidato il fermo e il trasferimento in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudelta’. Anche se scegliessero il rito abbreviato, cosa molto probabile, vista l’ammissione dei fatti, potrebbero rischiare 20 anni di carcere.