Dici Giuseppe Loiacono, dici sei: numero di maglia, giorno di nascita e dulcis in fundo… le stagioni, destinate ad aumentare, al Foggia. Se Agnelli è il fiero capitano di questo gruppo lui ne fa orgogliosamente le veci. Pilastro dei rossoneri, segnato da una vera e proprio storia d’amore iniziata nel 2012 quando, convinto da Padalino, decise di scendere di categoria: da Pagani a Foggia.. una scommessa vinta per il difensore classe ‘91. Dalla serie D alla B, con addirittura i playoff nel mirino. Un sogno nel cassetto realizzato, che società e tifosi foggiani aspettavano da 19 anni. E addirittura c’era una scommessa in ballo: in caso di promozione tutta la squadra sarebbe dovuta andare in bici dallo Zaccheria al Santuario di Padre Pio. Un pegno che il Foggia deve ancora saldare ma che Giuseppe farebbe anche domani, senza pensarci visto che lui, Padre Pio, lo ha tatuato anche sul braccio destro. Determinazione, tenacia, grinta e volontà.. come descriverlo al meglio! Incarna alla perfezione le caratteristiche del difensore, un ruolo che ricopre sin da piccolino quando iniziò a giocare nella scuola calcio “Carbonara” del suo quartiere. Soltanto un primo piatto per poi passare, a soli 8 anni, ai… galletti! Il Bari, per l’appunto, dove ha fatto tutto il settore giovanile fino ai 18.
Ma Giuseppe al San Nicola non ci andava solo per allenarsi: il Bari lo seguiva anche da tifoso e spesso andava in curva con gli amici o in tribuna con il padre Gennaro e il fratellone Giacomo. Magari anche con l’immancabile focaccia barese, soltanto uno spuntino prima di mangiare “riso, patan e cozz”, il suo piatto preferito. Quella per il Bari e i colori biancorossi, una passione ereditata in famiglia e non solo: Giuseppe amava anche i colori bianco… neri! Un piccolo tifoso juventino, incantato dalle grandi doti calcistiche di Fabio Cannavaro. Crescendo, ispirandosi alle sue giocate e studiando i suoi movimenti, non ha di certo sbagliato. Dal Bari al Vigor Trani, dalla Paganese al Foggia. E se pensi a Cannavaro, dici… Luca Toni! Un altro campione del mondo che Loiacono ha incontrato sul campo in una partita di Coppa Italia con l’Hellas Verona. Un giorno indimenticabile per Loiacono come il suo goal al 18’, forse il più bello, che aveva fatto sognare i tifosi rossoneri, dando l’illusione di poter realizzare un’impresa che avrebbe avuto dell’incredibile. Sogno di mezz’estate infranto dal tris dell’Hellas di Mandorlini. Un epilogo amaro di una stagione bella ma tormentata, culminata nella sconfitta in finale playoff per mano di un altro campione del mondo: Gennaro Gattuso e il suo Pisa. Una pagina triste della storia del Foggia Calcio, forse anche un po’ sfortunata, ma dove Loiacono è stato uno dei registi principali. E a proposito di sfortuna… se pensi al 17 a Loiacono vengono in mente i suoi tatuaggi, fatti quasi tutti contro il volere della sua fidanzata Floriana, anche se la maggior parte di questi sono molto significativi. Un esempio è proprio la “F” sul polso dedicata a lei, con la loro data, che per scaramanzia bacia ogni volta prima di entrare in campo dopo essersi fatto il segno della croce.
Un rituale che non dimentica mai, e che magari sta dando davvero fortuna al numero 6 rossonero: per ora occhi puntati all’obiettivo salvezza, poi – chissà – playoff. Bacio sul polso e segno della croce, il kit dei sogni di Giuseppe Loiacono è pronto ad essere utilizzato.