Il Teatro dei Sogni è stato sbancato: la Juventus vince in rimonta per 2-1 grazie alle reti argentine di Higuain e Dybala, in risposta al vantaggio iniziale di Son.
La commozione, la tristezza e il ricordo di Davide Astori ad inizio gara. Il minuto di silenzio da brividi. Una partita sofferta per 90 minuti. Una supremazia territoriale e una brillantezza fisica e tecnica superiore del Tottenham, ma alla fine “quando la Juve soffre alla fine riesce sempre a trovare delle energie in più” citazione di capitan Buffon in sala stampa. Un arbitraggio discutibile sia da una parte che dall’altra(soprattutto un calcio di rigore non chiamato su Douglas Costa), la rete di Son nei primi 45′ che avrebbe tagliato le gambe alla maggior parte delle squadre. Ma la Juventus non muore mai. Bastano tre minuti per ribaltare tutto, basta una zampata di Higuain e un gol di Dybala su assist del Pipita per portare a casa una vittoria meritata per certi versi, sicuramente sudata fino all’ultimo secondo. E il palo di Kane ne è la prova lampante.
C’è da sottolineare una decina di volte una cosa: questa partita l’ha vinta Allegri. Il passaggio al 4-2-3-1 ha messo in crisi l’intero sistema tattico inglese e gli ingressi di Lichtsteiner e Asamoah sono stati tanto importanti quanto decisivi, il primo per spinta frenando l’azione del diabolico Son mentre il secondo è entrato concentrato non sbagliando praticamente un pallone. Ottima la prova anche del brasiliano Costa, sia in attacco con sprazzi di calcio champagne ma anche in fase difensiva ripiegando molte volte nella seconda frazione.
La Juve corre ancora su tre fronti, e come quasi ogni anno le corazzate europee, arrivati a questo punto della stagione, devono solo aver paura di una squadra, di un gruppo che non muore mai. Sanguina ma non muore. Infine una citazione alla vecchia guardia va fatta: Buffon, Chiellini e Barzagli ultra trentenni sono stati a tratti emozionanti non lasciando nulla al caso. I tre italiani questa sera avevano una forza in più, questa sera al loro fianco c’era un aiuto extra, quello dell’amico Asto.