“Non ci facciamo impressionare ed intimidire da queste imbecillita’. Verranno querelati per diffamazione. Queste sono azioni di plebeismo e camorrismo. Tentativi di sabotaggio del nostro lavoro, messe in atto per fare provocazione. Coinvolti anche i miei familiari e mio figlio. Ho gia’ detto a questi signori che se vogliono fermarmi devono spararmi alla testa”. Cosi’ ha parlato il governatore Vincenzo De Luca dopo la contestazione da parte di attivisti dei centri sociali, con lancio di sacchetti di spazzatura. Il governatore poi torna a fare riferimento all’inchiesta di Fanpage. “E’ stato ingaggiato un camorrista, tale Perrella, che attraverso il commercialista di famiglia ha fissato con mio figlio un incontro. Nell’incontro doveva dire come ha detto solo due parole precise: ecoballe e 15%. Su questo hanno costruito tutta la vicenda. Mio figlio non c’entra. Questi sono squadristi che in piena campagna elettorale e a dieci giorni dalle elezioni hanno messo su un’azione infernale. Noi andremo avanti. Proseguiremo a testa alta per la nostra strada”. Sulla contestazione De Luca ritorna prima di abbandonare la sala: “Questa mattina e’ stata fatta un’azione solo per dare titoli alle agenzie ed ai giornali su De Luca. Questi al 90% sono figli di papa’ che non sanno quello di cui parlano”. Conclude con un excursus giovanile: “Ad Angri da giovane attivista ho visto in faccia la camorra. Sono sceso in piazza al fianco dei contadini per combattere i camorristi che volevano imporre il prezzo del pomodoro san Marzano. Abbiamo attuato blocchi stradali per impedire che il prezzo venisse imposto dai camorristi. Ci mandarono contro i camion. Resistemmo e ne uscimmo con i contadini vincitori”.