Frattamaggiore. Parla il padre del rapinatore ucciso: “Non meritava una fine del genere”


Frattamaggiore è ancora sotto choc per quanto è accaduto sabato: un uomo, Raffaele Ottaiano, dopo aver cercato di rapinare una gioielleria insieme a tre complici a corso Durante, è stato ucciso dal titolare del negozio. I colleghi di Fanpage.it hanno raggiunto il padre del ragazzo morto, Eugenio Ottaiano, il quale nonostante sia ancora sconvolto ha cercato di essere lucido e ragionare sull’accaduto: “Mi rendo conto, so cosa ha fatto mio figlio ma un ragazzo di 26 anni non può morire in questo modo. In questo momento voglio capire la dinamica, quello che è successo. Io so soltanto una cosa, che ho lasciato mio figlio ieri (sabato, ndr) alle cinque meno dieci, stava andando in chiesa e non l’ho visto più, se non in seguito in obitorio”.
Raffaele Ottaiano era affidamento ai servizi sociali come spiega suo padre: “Era lì, all’Annunziata, che si trovava in affidamento ai servizi sociali”.
Il clamore mediatico di questo episodio è stato elevatissimo, ma Eugenio afferma di non aver ancora ascoltato nè letto alcun commento: “Non ho neanche acceso la televisione né letto i giornali. Salvini (il leader della Lega, ndr) dica pure ciò che vuole, ma lo fa senza sapere i fatti. È vero che mio figlio stava facendo una rapina, ma al momento non si sa ancora nulla della dinamica, se stava fuggendo e il gioielliere gli ha sparato, ad esempio. Siamo sotto elezioni, questo è il punto della questione, è questi personaggi non fanno altro che cavalcare l’onda. Dice di stare con il gioielliere? Ma lui che ne sa”, conclude l’uomo. Raffaele Ottaiano già in passato si era ritrovato nei guai con la giustizia. Nel 2012 finì in manette per una rapina messa a segno in provincia di Benevento. Il complice arrestato sabato, Luigi Lauro, era invece noto alle forze dell’ordine per reati predatori e legati al traffico di droga.
Il paese, però, è nettamente diviso: c’è chi si schiera dalla parte del gioelliere e chi invece lo condanna. E sui social impazzano i commenti sulla vicenda, in particolare sulla bacheca Facebook della sorella di Raffaele, Fatima. La stessa sorella si è rivolta direttamente al gioelliere: “Ti senti in colpa dopo aver ucciso la cosa più bella della mia vita». E poi parte la minaccia: «Devi morire». Un post subito condiviso da tale Vincenzo Maria D’Ambra che commenta: «È morto da eroe», seguito dal post di Rosa Mango che scrive: «Non ti preoccupare, pagherà». Poi tanti messaggi normali di condoglianze a Fatima Ottaiano, tra i quali spicca quello di Antonio Noce, che ricorda Raffaele, con il quale ha condiviso per un anno la cella del carcere, come un bravo ragazzo.
Dall’altra parte del versante, invece, c’è chi difende a spada tratta il gesto del titolare della gioielleria. “Nessuno gli ha imposto di fare una rapina. La morte se l’è cercata”, posta Antonella. Centinaia di condivisioni per il gruppo «Siamo tutti Corcione», dove tra i commenti non trovi una parola di pietà cristiana, o di commiserazione per una vita spezzata. Continua Antonella: «Mi auguro che la magistratura ora non se la prenda con il gioielliere, che ha difeso la sua vita e i suoi beni».
Quello che è successo sabato pomeriggio deve far riflettere le istituzioni. I cittadini, le associazioni e i comitati frattesi hanno già fatto partire una richiesta pacifica per avere maggiore sorveglienza dalle forze dell’ordine, per non costringere ad un semplice cittadino di farsi giustizia da solo contro un rapinatore.

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