Arrivata in condizioni disperate la sera del 24 gennaio al pronto soccorso, la signora di 60 anni di Torre del Greco non ce l’ha fatta. Purtroppo questo è il terzo da meningococco registrato in Campania dall’inizio di questo 2018. La paziente, che accusava febbre e mal di testa, con l’aggravarsi dei sintomi è stata trasportata prima al reparto emergenze del Cardarelli e poi, dopo la diagnosi, trasportata in ambulanza al vicino Cotugno. Ma ai medici dell’ospedale specializzato in malattie infettive, che l’hanno visitata, le condizioni della paziente sono apparse subito gravissime, anzi drammatiche. Era infatti già in corso la cosiddetta Cid (Coagulazione intravasale disseminata) fase terminale e spesso irreversibile della sepsi, ossia della diffusione nel sangue delle tossine batteriche. E in quelle condizioni di coagulazione totalmente compromesse, non è stato possibile effettuare il prelievo di sangue per effettuare quindi le analisi di laboratorio, necessarie a individuare la causa dell’infezione. I medici hanno dovuto utilizzare un campione di urina. Il responso è stato drammatico: meningocco di ceppo Y. Si tratta del primo caso di questo tipo nel 2018 (anche se riscontrato molto frequentemente negli anni scorsi in Campania).
Carlo Tascini, primario dell’unità di emergenze infettivologiche a indirizzo neurologico del Cotugno ha spiegato a Il Mattino: “Nessun allarme, ogni anno registriamo circa 25 casi, (30 nel 2016 e 18 lo scorso anno in entrambi i casi con un solo morto). Solitamente la concentrazione maggiore è nei mesi invernali, tra gennaio, febbraio e marzo. Dei 6 già avvenuti quest’anno (due dovuti al ceppo C, uno a quello B, due all’Y e uno al W135) quelli mortali sono stati causati anche da tipi (come quello Y) solitamente benigni laddove i più aggressivi sono C e W. Negli altri anni la mortalità è stata piuttosto bassa anche grazie ai particolari protocolli che adottiamo in questo ospedale e alla lunga esperienza del mio gruppo di clinici. Ma senza dubbio va tenuta alta la guardia, soprattutto agendo sulla leva della prevenzione e dunque con la vaccinazione. Va detto conclude l’infettivologo che la meningite è una malattia rara ma molto pericolosa, in quanto in alcuni casi è mortale e perché può presentarsi in forme fulminanti che, nell’arco di poche ore, evolvono verso la morte. L’indicazione, considerando la variabilità dei ceppi che circolano in Campania (a differenza del picco epidemico registrato in Toscana dovuto al ceppo C) è di effettuare la vaccinazione tetravalente che copre C, A, Y e W, tra l’altro offerta gratuitamente in Campania”.