Un passato da agente Fifa condito da collaborazioni con grandi procuratori del panorama calcio mondiale e un presente da direttore sportivo. Braccio destro dell’ex ds della Reggina Gabriele Martino, Davide Avati parla in esclusiva ai microfoni di onlinemagazine.it:
1) Ciao Davide, nella tua carriera hai rivestito ruoli come Agente FIFA, consulente di mercato e nel 2016 sei diventato direttore sportivo. Tre ruoli importanti nel mondo del calcio, ma quali sono le differenze e cosa, invece, li accomuna? Nella tua nuova veste di direttore, c’è qualcuno a cui ti ispiri? E invece chi è secondo te il miglior direttore in attività nel panorama calcistico italiano?“Purtroppo oggi non c’è una grande differenza perché, sebbene io mi sia sempre prodigato per parlare con chiunque sul rispetto dei ruoli, oggi c’è una grande confusione di identità calcistica e ciò comporta quindi che determinati presidenti abbiano rapporti diretti con gli agenti, scavalcando quindi il direttore oppure che gli stessi direttori abbiano rapporti lavorativi con gli agenti, generando dunque un conflitto d’interessi. Questo determina che, al giorno d’oggi, o si faccia il procuratore, o si faccia il direttore o si faccia il consulente, in linea di massima, indica la stessa cosa, anche se così non dovrebbe essere. Ormai tutti lavorano sotto la voce ‘operatore di mercato’ e ciò provoca una falla nel sistema. La maggior parte dei direttori sportivi di una volta che sono fuori dal sistema, difficilmente oggi riescono a trovare una sistemazione proprio perché non hanno una collusione di potere. Reputo questo è il problema del calcio, che ci ha poi portato a diventare schiavi di un sistema che non ci ha dato risultati deludenti, come la mancata qualificazione della Nazionale o come la serie C con 27 società fallite negli ultimi cinque anni; il Modena che non ha concluso il campionato o Arezzo e Vicenza che difficilmente termineranno questa stagione. Reputo che il sistema calcio sia da rifondare. Io sono allievo di Gabriele Martino, ex direttore della Reggina e della Lazio, che per me è stato un maestro di vita e di calcio. Ovviamente lui è uno di quelli che paga questa condizione che ho descritto poco fa. A mio parere, tra i migliori direttori del calcio italiano ci sono sicuramente Walter Sabatini, Giorgio Perinetti e anche Carlo Osti, tra gli artefici della sorpresa Sampdoria di quest’anno. Poi vi sono tanti altri bravi direttori che usciranno fuori dagli esami che si sono tenuti quest’anno al quale auguro di poter sviluppare una sorta di rinnovamento generazionale circa la figura del manager italiano.”
2) Da Agente FIFA hai colloborato con uno dei procuratori più importanti del panorama calcistico francese, ovvero Guerra. Uno dei suoi assistiti è l’attuale centrocampista della Roma, Maxime Gonalons. Nell’estate 2014 proprio questo calciatore fu accostato al Napoli, sotto tua indicazione. Ci puoi raccontare quali altri calciatori hai consigliato agli Azzurri? “Ho consigliato oltre a Gonalons anche Umtiti, il difensore che oggi gioca al Barcellona e Moussa Sissoko che stava per svincolarsi dal Tolosa e che il suo approdo a Napoli sfumò quando sembrava tutto fatto. Oltre questi profili, in Italia sono stato sicuramente il primo a parlare di Michael Seri del Nizza. Nel 2010 ebbi una segnalazione ed in Costa d’Avorio notai due calciatori molto importanti tra cui quello meno forte probabilmente era proprio Seri, ma è stato forse anche quello più fortunato in quanto il Porto decise di acquistarlo dall’ASEC Mimosa ed ha fatto molto bene. Io stesso segnalai il calciatore ad una squadra di serie A quando costava poche migliaia di euro, ma il trasferimento non si concretizzò. Fu un errore non prenderlo poiché avrebbe rappresentato poi una grande plusvalezza.”
3) Sei stato invece il braccio destro di Gabriele Martino, allora direttore sportivo della Reggina. Potresti tracciarci un bilancio sulla tua esperienza a Reggio? E come giudichi il mercato e le scelte societarie della squadra di Praticò in quest’estate?“È stata un’esperienza magnifica dove ho avuto modo di vivere calcio professionistico in una piazza che merita ben altre categorie. Ho conosciuto il primo azionista, ossia il presidente Mimmo Praticò e il vicepresidente Peppe Praticò che reputo due amici e persone fantastiche. Tutto ciò è stato possibile grazie a Gabriele Martino, il quale ritengo un grande esempio di umanità, lealtà e professionalità per le nuove leve. Il bilancio credo sia molto positivo: ci siamo salvati alla penultima giornata e nell’ultimo turno, in casa contro la Paganese, abbiamo fatto quasi novemila paganti dove, a Reggio Calabria, non si vedeva uno stadio così popolato da molto tempo. Dispiace vedere che la squadra stia navigando in brutte acque come quelle attuali. Bisognerà intervenire sul mercato e rinforzare la rosa. Auguro di raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio stagione alla piazza ed anche alla proprietà che sta investendo soldi propri provenienti dalle loro attività nel mondo del calcio. Onore sempre a chi investe denaro proprio nel calcio. Non spetta a me giudicare le scelte della società; nel calcio contano solo i risultati. Se la gestione di Gabriele Martino è stata positiva perchè sono arrivati i risultati sportivi, allora sì, è stato un successo. Se alla fine di questa stagione la Reggina non dovesse raggiungere gli stessi nostri risultati, probabilmente ci sarà da farsi qualche domanda. Al momento il girone d’andata è appena terminato e gli Amaranto sono la prima squadra nei play out. L’ossatura della squadra comunque è composta da atleti importanti come Porcino, De Francesco e Bianchimano, acquistati a titolo definitivo dal direttore Martino, che ancora oggi sono i giocatori più rappresentativi del club. Il paragone tra la nostra gestione è quella attuale, reputo possa essere fatta solo a fine stagione. C’è da dire che la famiglia Praticò, per il modo in cui ama la Reggina, farà quasi sicuramente qualcosa in sede di mercato.”
4) Davide, attualmente, svolgi ancora attivamente il ruolo di agente Fifa? Invece dal mercato invernale ti aspetti molti investimenti oppure secondo te sarà una sessione tranquilla? “No, non svolgo più questa funzione. Faccio attività di consulenza a molteplici società di serie D e C. Sono però rimasto vicino a quei calciatori che mi hanno seguito lungo la mia carriera e che si sono comunque affidati a consigli. Oggi mi sento più un manager di club ed ho smesso proprio di fare il procuratore perché ognuno di noi ha un sogno e una prospettiva nella quale si sente meglio di operare e la mia è senza dubbio quella del manager.
Credo sarà una finestra di mercato, almeno in serie A, abbastanza tranquilla, nel senso che non ci saranno stravolgimenti importanti perché società come Napoli e Milan hanno già fatto investimenti abbastanza importanti negli ultimi due anni. Difficile dunque che le cose non rimangano così soprattutto per il Milan. Reputo dunque che almeno i rossoneri attenderanno la prossima stagione per fare nuovi investimenti; ovviamente sono solo ipotesi. L’Inter invece potrà rinforzarsi nel mercato invernale nel reparto offensivo.”
5) Da napoletano, come giudichi il cammino del Napoli fino a questo punto del campionato? E sempre facendo riferimento al mercato, per puntare allo scudetto in modo deciso, dove la squadra allenata da Sarri dovrà essere rinforzata? Cosa ne pensi circa le opzioni a parametro zero che gli Azzurri stanno provando ad ingaggiare? “Il cammino del Napoli in campionato, fino a questo momento, credo sia stato superiore alle possibilità numeriche della squadra. I Partenopei hanno una rosa abbastanza ampia ma Sarri utilizza quei soliti 13-14 giocatori ma, aldilà di qualche stop, questi elementi sono stati gestiti bene. Ora sarà interessante capire se quanti di questi altri calciatori avranno ritrovato rigore e freschezza e quanto potranno dare per questo rush finale che deve necessariamente, per la nostra storia e per l’amore della maglia, essere vincente o quantomeno provarci fino all’ultimo. L’antagonista del Napoli è la Juve, ma non dal punto di vista del gioco, in quanto sotto questo aspetto gli Azzurri non hanno rivali. I bianconeri però possono elargire dal mercato delle finanze fresche e avere un’immediatezza nel finanziare operazioni, oltre a poter contare su una rosa ampia e competitiva. Credo comunque che sia ancora il Napoli la rivale della Juventus, perché sebbene la classifica vede un Napoli al primo posto e la Juventus ad inseguire, i bianconeri facciano paura anche in quarta piazza, figuriamoci al secondo posto.
Per puntare al titolo sicuramente non si può giocare con Maggio titolare e Mario Rui aveva bisogno probabilmente di più tempo per rientrare in forma. Ovviamente, forzare Mario Rui è stata la mossa più giusta e gli consentirà di tornare ai livelli di Empoli; così come il problema Milik ha risvegliato Mertens, il problema Ghoulam potrebbe risvegliare Mario Rui. Fossi nella dirigenza prenderei un esterno basso, e qualora fosse possibile, anche una punta di peso, ma non credo molto in questa ipotesi a causa dell’ormai imminente arrivo di Inglese. Opterei anche per un vice Callejon, visto il poco minutaggio che Sarri concede ad Ounas e probabilmente Sarri non lo ritiene un diretto sostituto dello spagnolo, e infine ingaggerei anche un terzino destro che possa far rifiatare Hysaj. La politica del Napoli è rivolta alla ricerca di plusvalenze. Gli Azzurri anche quando hanno speso tanti soldi, hanno acquistato calciatori giovani. Anche quando la società ha ingaggiato Higuain, rivendendolo poi per 90 milioni grazie alla clausola rescissoria. Una squadra, se non è interessata a vendere l’atleta, non inserisce alcuna opzione risolutiva del contratto. C’è però da evidenziare una cosa: ci vuole grande rispetto per Aurelio De Laurentiis. Da un punto di vista imprenditoriale, il patron è il numero uno. È lì davanti a tutti e le altre hanno spalle ben coperte come da grandi aziende come la Fiat, imprenditori e holding come la Roma e la grande potenza di Claudio Lotito con la Lazio. ADL ha impegnato un investimento iniziale, creando poi sempre plusvalore. Se il Napoli vincesse questo campionato, sarebbe ancora più clamoroso rispetto a quelli vinti negli anni ’80 e ’90 in quanto oggi, nel mondo calcistico vi è una politica dominante , soldi e interessi pubblicitari che ieri non c’erano. Vedo difficile comunque che il club partenopeo possa importare calciatori dall’estero e girarli poi in prestito, perché per la società che accoglierebbe il ragazzo è un rischio. È più probabile che questi elementi vadano inseriti in qualche trattativa di mercato per abbassare la parte cash.”
6) Hai una grande esperienza come osservatore e a scovare giovani talenti. C’è attualmente un calciatore che secondo te tra qualche anno potrebbe mettersi in mostra in ambito nazionale o internazionale? “Credo che un futuro campione giochi proprio nel Napoli e si chiama Marko Rog. Un calciatore giovane che reputo più già pronto, ma allo stesso tempo di grande prospettiva, è Ganago del Nizza. È un talento che ha debuttato contro il Napoli nei preliminari di Champions e con una finta di corpo superò Albiol per poi tirare addosso a Reina. Avesse segnato, il ragazzo avrebbe accresciuto maggiormente il suo valore, nonostante già attualmente questo sia molto alto. Il ragazzo è stato scoperto dal mio grande amico Gianni Gullo, capo della post formation del Nizza calcio.”
7) Uno sguardo alla serie C, in particolare al girone C. Oltre le solite note, Lecce, Catania e Trapani c’è qualche formazione che ti ha colpito? E invece c’è qualche giovane calciatore che secondo te meriterebbe di giocare in categorie superiori? “Le compagini che mi hanno particolarmente impressionato sono il Rende ed il Bisceglie, due formazioni neopromosse. Il club pugliese ha in rosa dei ragazzi giovani croati, arrivati quest’anno, molto promettenti come l’attaccante Jovanovic e si stanno mettendo in mostra in una difficile realtà come quella nerazzurra. I calabresi invece sono la vera sorpresa del campionato. La Casertana è probabilmente la grande delusione di questo campionato mentre la Virtus è una piacevole conferma in una piccola realtà come Francavilla.”
“Come giovane calciatore spendo il nome di Jacopo Murano, attaccante classe ’91 del Trapani, proveniente dal Savona. Credo lui possa ambire ad altri palcoscenici, magari proprio con la maglia dei siciliani, il quale non credo sia del tutto un’utopia una possibile promozione in cadetteria, magari attraverso i play off. Mi piace anche Giuseppe Carriero della Casertana e De Francesco della Reggina che vedo già pronto per un salto di qualità almeno di una categoria.”
8) Il mondo del calcio è sempre molto incerto. Quando termina un’avventura, subito si presentano nuove proposte e nuovi progetti. Ma sul tavolo di Davide Avati, sono arrivate offerte interessanti per il futuro prossimo? “Sono stato vicino a diversi club di serie D quest’anno come direttore sportivo. Ciò che sto cercando è una progettualità pluriennale, in modo da poter costruire un settore giovanile importante è una prima squadra composta da un gruppo fatto innanzitutto da grandi uomini, prima che calciatori. Credo che oggi il livello del calcio minore sia molto flebile e ciò comporta che si possono ottenere risultati ottimi con giocatori dal grandissimo livello umano prima che di livello tecnico importante.”
Ringraziamo Davide Avati per il prezioso tempo concessoci. “Un saluto alla vostra redazione e a tutti i lettori di onlinemagazine.it”.
Di Antonio Citarelli e Antonio Carlino