“Stavamo parlando mentre andavamo al Jambo. Siamo passati davanti al bar. Poi, un botto e Luigi è caduto a terra proprio in quel momento. Gli abbiamo girato il viso e dalla fronte usciva tanto sangue. Lui mi stringeva forte la mano”. Sono le parole pronunciate dal cugino di Luigi Pellegrino, il 14enne baby calciatore di Parete, in provincia di Caserta, colpito da un proiettile vagante il pomeriggio della vigilia di Natale e che ora sta lottando tra la vita e la morte dell’ospedale di Caserta. Mentre la famiglia e tutta la comunità di parete chiede giustizia e il procuratore di Napoli Nord lancia un appello: “chi sa parli”, proseguono le indagini. Non è escluso che già in giornata possano esserci delle novità perché è conclusa la visione dei filmati delle numerose telecamere pubbliche e private poste sulla scena del crimine.
Due i bossoli di grosso calibro ritrovati sul posto mentre un terzo si era conficcato nella testa di Luigi.Dalle perizie balistiche in queste ore sta venendo fuori una ipotesi ancora più inquietante rispetto a quella formulata in un primo momento ovvero di un colpo esploso in aria e che in caduta avrebbe colpito Luigi. Il foro di entrata invece farebbe pensare a un colpo esploso da una distanza abbastanza ravvicinata. Probabilmente qualcuno stava provando una pistola proprio mentre Luigi, il cugino e l’amico transitavano. Forse addirittura un minore che viene coperto dai familiari da chi comunque ha visto qualcosa. Sono decine le persone interrogate dai carabinieri che stanno raccogliendo tutto il materiale. In giornata ci sarà un summit investigativo presso la Procura di Napoli Nord per fare il punto sul materiale probatorio fin qui raccolto.