Un incendio ha distrutto la loro fabbrica e ha lasciato senza lavoro 54 dipendenti distruggendo l’impero della famiglia Cascone i proprietari della Artecasa di via Galileo Ferraris. Un incendio doloso che, il 14 novembre, ha distrutto la vita e i sogni di uomini e donne. Ieri mattina, Luciano Cascone e i dipendenti di Artecarta hanno manifestato davanti all’azienda che non c’è più quella completamente distrutta dalle fiamme, insieme a loro il parroco della chiesa di San Francesco, don Peppino De Luca. Tutti insieme per lanciare un appello alle istituzioni ma anche a coloro che – con una donazione – possono aiutare questa azienda a riprendere vita.
“Il dolore che mi pervade non si può esprimere. Dove non è riuscita la crisi sono riusciti dei criminali la notte del 14 novembre, riducendo in cenere la vita di mio padre e di tutti i nostri giovani di Artecarta, azienda che, nata più di un ventennio fa, era riuscita a diventare leader nel confezionamento dei prodotti dolciari, lavorando con i migliori marchi a livello nazionale – ha detto l’amministratore dell’azienda Luciano Cascone -. Stiamo parlando di un’azienda giovane con 54 dipendenti di età compresa fra i 25 e 50 anni, forti, con spirito di sacrificio e ambizioni lavorative e familiari. Abbiamo sempre lavorato con sacrificio, nel pieno rispetto delle regole e della legalità, dando lustro all’imprenditoria del sud Italia. Non ci hanno mai portato via solo la nostra fabbrica, non c’hanno portato via solo il lavoro, i soldi, ci hanno portato i nostri sogni di imprenditori del sud, da sempre martoriato. Possiamo tranquillamente dire che è stato un attentato.
La voglia di rivalsa del sud non è possibile se si lascia morire un’azienda con 54 dipendenti. Tengo a dire che noi non ci faremo fermare dalla criminalità, non ci fermeremo e ripartiremo con le nostre difficoltà ma ritorneremo più forti di prima. Dobbiamo trasformare il calore delle fiamme del 14 novembre in rabbia, amore di riscatto. Dobbiamo pregare per gli operai, per le loro famiglie, dobbiamo pregare per mio padre, il suo cuore non ha retto al dolore e da ieri si trova in rianimazione. Dobbiamo pregare per una rapida rinascita finché i sogni di mio padre Alfonso Cascone, di mia mamma Raffaelina e dei miei fratelli Raffaele ed Emiliano possano continuare. Infine voglio ringraziare le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, che stanno lavorando duramente e ci sono stati vicini. inoltre volevo ringraziare le aziende e gli amici che stanno contribuendo a darci una mano, a tutti coloro che in questo momento ci supportano e ci danno forza”.
Alle dichiarazioni di Luciano Cascone hanno fatto eco quelle dei dipendenti che dalla notte del 14 novembre sono stati presenti, davanti all’azienda per supportare la famiglia Cascone ed essere supportati nella sventura che li ha colpiti. “Non passa un’ora, un giorno in cui non pensiamo a cosa i nostri occhi hanno assistito nella notte tra lunedì e martedì quando con un giro di chiamate siamo tutti accorsi alla nostra fabbrica.
Le fiamme che distruggevano un intero capannone, e con esso i nostri sogni, il nostro impegno, gli anni di duro lavoro, le sofferenze e le soddisfazioni, i litigi e le amicizie che si sono create. Anni in cui Artecarta Italia è diventata una realtà importante a livello nazionale, grazie alla determinazione e al talento dei nostri titolari e grazie all’impegno di noi tutti” hanno scritto i dipendenti in un comunicato.
“Artecarta Italia per noi non è solo l’azienda che ci dà da mangiare, ma è una famiglia, una dimensione affettiva che abbiamo visto crescere giorno per giorno. Tutti noi abbiamo sempre creduto nel rispetto della legge e siamo sicuri che chi si è reso protagonista di questo vile gesto verrà consegnato alla giustizia. Cogliamo l’occasione per ringraziare la magistratura, le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco per l’impegno e per la vicinanza mostrataci in questi giorni. Lo stesso per gli innumerevoli messaggi di solidarietà che da ogni parte d’Italia stanno arrivando.
Noi non molliamo, non molleremo i nostri Titolari, non ci arrendiamo! “. Il coraggio di lottare non manca a nessuno di loro, ma in questo momento una serie di cavilli burocratici potrebbe allontanare la speranza di rivedere aperta la fabbrica distrutta. L’incendio è doloso e su questo lavorano gli inquirenti per capire il movente di un gesto che ha distrutto le speranze di queste famiglie, e proprio questo rende difficoltosa la possibilità di accedere ad ammortizzatori sociali per i dipendenti dell’azienda. La cassintegrazione ordinaria non si può attivare senza un piano industriale certo per la ripresa delle attività, e quella straordinaria potrebbe scontrarsi proprio con la circostanza che l’azienda è stata distrutta con dolo da malviventi che al momento non sono stati identificati. Da qui l’appello alle istituzioni affinchè si trovi una soluzione. I dipendenti e i titolari hanno attivato una raccolta fondi per ricostruire l’azienda “anche un piccolo gesto di generosità sarà fondamentale per la nostra rinascita” hanno scritto sullo striscione appeso sui cancelli della fabbrica distrutta.
Le donazioni possono essere inviate sul conto corrente Banca di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara
Iban: IT34U885540080001001003642 intestato a Artecarta Italia srl – Causale: Donazione