Il progetto di Sogin, relativo allo smantellamento del sito si Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, prosegue, dopo la demolizione della centrale nucleare.
Il progetto della Societa’ prevede di eliminare tutti gli elementi radioattivi, quindi di restituire alla comunita’ i siti, decontaminati al 100%. “Abbiamo avanzato alcune ipotesi di riutilizzo – ha spiegato alla Dire Severino Alfieri, direttore della disattivazione delle centrali Sogin, nel corso di un sopralluogo nella struttura – anche se alla fine non ce ne occuperemo noi. Nell’ambito della valutazione di impatto ambientale, i ministeri ci hanno infatti imposto di eliminare la radioattivita’ residua nei sistemi e componenti dell’impianto stesso senza demolire gli edifici fondamentali di quest’impianto, presenti nei libri di architettura come opera estremamente bella della nostra industria degli anni ’50 e ’60. E’ diventato archeologia industriale da conservare”. L’idea di Sogin e’ quella di trasformare l’edificio turbina in un museo dell’industria italiana del boom economico di quegli anni. Invece l’edificio reattore, una grande sfera di colore bianco, potrebbe diventare un planetario. “E sarebbe il piu’ grande del mondo – prosegue Alfieri – con un diametro di 50 metri. Certo l’operazione sarebbe costosa e per il momento non si possono fare stime”. Per vedere sorgere un planetario al posto della centrale nucleare del Garigliano bisognera’ aspettare 10 anni, considerando che le attivita’ di decomissioning dell’intero sito termineranno tra il 2024 e il 2028. La centrale, costruita negli anni Sessanta e in funzione fino al 1982, anno della sua definitiva chiusura, dal 2000 e’ proprieta’ di Sogin e oggetto di un definitivo smantellamento dei sistemi interni degli edifici reattore e turbina. Con la demolizione del vecchio camino della centrale, operazione conclusa oggi dalla societa’, si chiude il primo step dell’intervento nel rispetto del cronoprogramma.