Uno dei desideri più grandi, per chi ama il calcio, è quello di poter tornare quanto prima e in sicurezza allo stadio per assistere a una partita.
1 di 365. Il primo giorno del nuovo anno, il 2021, è giunto. Da poche ore ci siamo messi alle spalle uno degli anni più complicati e assurdi della storia dell’umanità. Un anno caratterizzato da tanto dolore, tanta sofferenza e tante perdite, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista economico. Un anno letteralmente da dimenticare. Prima di imbatterci e tuffarci completamente nella stesura di questo articolo, un pensiero va a tutte le famiglie che hanno subito una cara perdita o che hanno perso il lavoro per colpa della pandemia. Un pensiero va a loro che anche in questo nuovo anno dovranno combattere con dolore e sofferenza. L’auspicio è che tutto lo strazio del 2020 li possa lasciare in pace quanto prima.
Fatta questa doverosa premessa, nel primo giorno del nuovo anno si è soliti stilare una lista di desideri, una lista di richieste. A scrivere questo articolo è un redattore della sezione sport del giornale e uno dei primi pensieri di oggi è stato: “Caro 2021, potresti far ritornare allo stadio (e nei palazzetti dello sport) i tifosi?”. Da praticamente un anno, gli stadi d’Italia (e ovviamente anche la maggior parte degli stadi del mondo) sono vuoti, così come praticamente tutte le strutture sportive. Una desolazione incredibile per chi ama lo sport, in particolare il calcio (sport nazionale). Con tutto il rispetto per gli altri sport qui nel Belpaese come Basket e Pallavolo, è innegabile come l’impatto del virus sugli stadi di calcio sia stato decisamente maggiore. San Siro completamente vuoto da oltre 9 mesi è paragonabile a un pugno nello stomaco; una bella struttura come l’Allianz Stadium di Torino vuota è di una tristezza unica; lo stadio Olimpico di Roma senza le due curve strapiene di laziali e romanisti è malinconico; manca il calore del nuovo stadio “Diego Armando Maradona “di Napoli. Potremmo continuare all’infinito, citare tutti gli stadi e tutte le tifoserie d’Italia, dalla Serie A alla terza categoria. Anche perché chi vi sta scrivendo segue da vicino le vicende della Juve Stabia, squadra iscritta al campionato di serie C, e anche a Castellammare di Stabia l’assenza della famosa Curva Sud si sta facendo sentire sempre di più, partita dopo partita.
Il coronavirus ha cambiato totalmente il calcio e l’aver allontanato una delle componenti più belle di questo sport è stato uno dei colpi più bassi. Il calcio senza tifo, come hanno affermato tanti addetti ai lavori in questi mesi, non è più calcio. Il boato dopo un gol è l’essenza di questo sport. Gli sfottò tra le tifoserie, i pre e i post partita all’esterno degli stadi (non quelli violenti, ovviamente) mancano da morire. Le code per arrivare agli stadi, persino quelle mancano. Entrare in uno stadio stadio e recarsi in tribuna stampa, per noi giornalisti, sta diventando veramente avvilente. La nostra categoria è privilegiata, ci mancherebbe. Da marzo 2020 stiamo comunque assistendo a partite di calcio all’interno di uno stadio. Ma senza il cuore di questo sport, non è più la stessa.
Il discorso sentimentale, ovviamente, si potrebbe e dovrebbe chiaramente estendere anche a un discorso più strettamente legato alla finanza e alle casse dei club che in questa situazione stanno soffrendo la perdita di moltissimi soldi. Ma con tutto il rispetto per i proprietari delle società di calcio (che fanno una gran fatica a gestire un club, oggi più che mai), il desiderio del primo giorno del 2021 non è direttamente rivolto a loro. Egoisticamente parlando, dei soldi, dei biglietti, degli introiti, in questo momento ce ne freghiamo. Chiediamo a questo nuovo anno solamente di rivedere, in tutta sicurezza, migliaia e migliaia di gente popolare gli stadi di calcio. Ci mancano, tanto.