Reggio Calabria, rapinarono una tabaccheria lo scorso 14 ottobre: arrestati


Nei giorni scorsi, gli investigatori della Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra Mobile hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura Repubblica diretta dal Procuratore Giovanni BOMBARDIERI, a carico di MIRANDOLI Oberto Alessandro di anni 34 e PASSALACQUA Marcello di anni 30, ritenuti responsabili della rapina aggravata perpetrata il 14 ottobre 2019, in concorso con VITETTA Consolato di anni 33 e SCARAMOZZINO Antonio di anni 27, arrestati in flagranza di reato e attualmente ristretti in carcere.

I fatti risalgono al 14 ottobre 2019 quando, alle ore 09.30 circa, il collaboratore di un bar tabacchi di Reggio Calabria comunicava alla Sala Operativa della Questura di essere stato vittima di una rapina a mano armata nel corso della quale i malviventi gli avevano sottratto un borsello contenente documentazione bancaria e l’incasso dell’esercizio commerciale che doveva versare in banca, pari a circa 17.000 euro.

Le indagini – svolte sotto le direttive del Procuratore Vicario Gerardo DOMINIJANNI e del Sostituto Procuratore Alessandro MOFFA – consentivano di accertare che MIRANDOLI Oberto Alessandro e SCARAMOZZINO Antonio avevano effettuato un sopralluogo dentro e fuori il locale prima che i soldi venissero presi in consegna dal malcapitato il quale, salito a bordo della propria autovettura, veniva bloccato da una macchina e da uno scooter con due soggetti travisati con caschi da motociclista, uno dei quali veniva identificato in PASSALACQUA Marcello come conducente. L’altro soggetto, sceso dal mezzo, sotto la minaccia di un’arma, s’impossessava del borsello con il denaro, per poi dileguarsi per le vie circostanti.

Nell’immediatezza dei fatti, gli investigatori della Squadra Mobile iniziavano un’articolata attività di indagine volta alla ricerca degli autori della rapina. In poco tempo, grazie all’approfondita conoscenza del territorio e ai primi riscontri ottenuti dalla visione delle immagini di un sistema di video sorveglianza, individuavano l’autovettura utilizzata per bloccare la vittima.

Nel corso delle attività di perquisizione del conducente del mezzo (VITETTA) e del soggetto che era con lui (SCARAMOZZINO), veniva rinvenuta parte del denaro e la documentazione bancaria.