Normale amministrazione. È questo che si aspettano i cittadini di Reggio Calabria ed è
questo l’obiettivo basilare che si pone Angela Marcianò per l’amministrazione della
Città: il ripristino dei servizi pubblici essenziali. E “Reggio città vivibile”, uno dei
punti cardine del programma elettorale, passa inevitabilmente anche dal riordino del
sistema rifiuti, con necessarie modiche alla raccolta differenziata ed allo smaltimento.
Questi i passaggi previsti dal programma della candidata a Sindaco per risolvere
l’emergenza:
1) essendo difficile mantenere costante e regolare il porta a porta nelle zone con
un’alta densità di popolazione, ripristinare i cassonetti in alcune aree strategiche,
possibilmente quelli di ultima generazione con aperture che obblighino l’utente all’uso
di tessere magnetiche, così evitando che possa utilizzarli chiunque per gettare
qualunque tipo di rifiuto senza controllo ed scongiurando al contempo che, a causa
della mancata raccolta dei rifiuti, gli utenti debbano ritrovarsi di fronte l’uscio di casa o
uno spettacolo indecoroso.
2) Si deve altresì prevedere la collocazione di cassonetti “condominiali” per la raccolta
differenziata con svuotamento giornaliero.
3) In altre zone della Città invece il sistema porta a porta deve invece essere
incrementato nella frequenza della raccolta, nella logica tendenziale che devono essere
comunque ritirati giornalmente, seppur differenziati nell’esposizione.
4) attuare maggiori controlli, coordinati con le forze di Polizia locale, per chi
incivilmente deturpa le aree urbane del centro come della periferia adibendole a
discariche a cielo aperto.
“Superata l’emergenza, il passaggio successivo – secondo Angela Marcianò – è
programmare una soluzione definitiva, non solo a livello cittadino, ma con una visione
più ampia che riguardi tutto il territorio metropolitano”. Occorre quindi avviare un
confronto con la Regione Calabria per la revisione del piano regionale dei rifiuti e per
la ricerca di alternative alle attuali modalità di smaltimento. “Non può accettarsi
l’attuale scelta di collocare le cosiddette “ecoballe” nella zona di stoccaggio sita a
Sambatello – ribadisce la candidata a Sindaco, che qualche settimana fa ha effettuato
un sopralluogo sul posto. Scelta per altro denunciata da tempo e da tutti i residenti di
quel territorio alle autorità competenti. Le ecoballe, oltre a rappresentare un reale
impedimento all’avvio dei lavori del cantieri, sono una vera “bomba ecologica” allocata
su un sito (oltretutto già bonificato) dichiarato dagli organi preposti a serio rischio
idrogeologico. Tra l’altro, essendo l’area ubicata su una zona torrentizia, esiste anche il
rischio di un eventuale inquinamento delle falde acquifere presenti alla profondità di
circa 6-7 metri dal suolo interessato.
Altro passaggio fondamentale in questa vicenda sarebbe l’accesso agli atti per avviare
in tempi brevissimi l’impianto di valorizzazione dei rifiuti proprio a Sambatello,
vigilando sui tempi previsti per l’esecuzione e il completamento dell’opera, per la cui
realizzazione sono stati destinati 50 milioni di euro provenienti da fondi comunitari.
Questo impianto definito “ a riciclaggio spinto” (vedi rendering in allegato) tratterà
tutte le categorie di rifiuti differenziati con l’integrazione di una nuova linea di
riciclaggio dell’umido per cui, a fine del ciclo di lavorazione l’impianto produrrà
metano combustibile e CDR-CSS Combustibile, con scarti di produzione ridotti quasi a
zero e con degli introiti economici derivanti dalla produzione di bio gas e di energia
elettrica. L’opera, se finalmente realizzata, potrebbe servire tutto il rifiuto differenziato
prodotto dai 97 comuni della Provincia reggina e finalmente, essendo lo stesso
interamente autonomo, porrebbe fine a tutte le problematiche attuali riguardanti i
conferimenti degli scarti da lavorazione, dell’umido, della plastica, vetro carta e legno,
presso le discariche private o impianti ,come accade ormai da decenni e tuttora.
Parallelamente infatti – fa notare la Marcianò nelle sue 100 pagine di programma –
risulta inopportuno pensare all’invio dei rifiuti fuori Regione che comporterebbe un
notevole aggravio della tariffa. Andrebbe dunque proposta la realizzazione di impianti
di compostaggio mobili nell’ottica della ottimizzazione del ciclo integrato dei rifiuti
fino alla completa realizzazione degli impianti pubblici di valorizzazione dei rifiuti.
L’ATO metropolitano, definito il piano d’ambito, dovrà contestualmente avviare un’
azione di concertazione con i comuni del territorio metropolitano per definire una
gara pubblica avente come oggetto la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti su
tutto il territorio metropolitano nonché la riscossione della relativa tariffa
previamente concertata da parte dei singoli Comuni dell’ATO medesimo. Questo
consentirà economie di scala con una riduzione del costo del servizio che grava
interamente sui cittadini e la sicura partecipazione di imprese di rilievo nazionale con
una diretta ricaduta sulla qualità del servizio. “Naturalmente – precisa in chiusura
Angela Marcianò – devono essere garantiti i livelli occupazionali attuali degli operatori
impegnati nell’esecuzione del servizio di raccolta”. Secondo le previsioni del
Dipartimento Ambiente, infatti, una volta a regime, il futuro impianto necessiterà di un
rilevante incremento di risorse umane e lavorative.