C’è il 46% di possibilità in più di contrarre il Covid per le persone in sovrappeso
Le persone in sovrappeso hanno il 46% di possibilità in più di contrarre Covid-19. A sostenerlo sono gli esperti intervenuti nel corso della tavola rotonda “Alimentazione e Nutrizione ai tempi del Covid-19” tenutasi oggi nell’ambito di Welfair 2020, l’evento digitale organizzato da Fiera Roma dedicato alla salute. “Per tutti i malati di Covid finiti in terapia intensiva – ha spiegato Giovanni Spera, presidente eletto della Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare (Sisdca) – il grasso viscerale ha costituito un fattore più determinante dell’età e delle precedenti patologie respiratorie. Una ottimale salute del microbiota intestinale – ha aggiunto Spera – il cui equilibrio consente un corretto stato dell’organismo e del sistema immunitario, è una tutela, mentre una situazione di sovrappeso che determina uno stato di infiammazione cronica, espone a maggiori rischi: è più facile lo scatenarsi di una tempesta citochinica in chi è già portatore di una flogosi sistemica, come chi ha grasso addominale in eccesso”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Lucio Gnessi, ordinario di Scienze Tecniche mediche applicate del Dipartimento di Medicina Sperimentale Sezione di Fisiopatologia Medica, Scienza dell’Alimentazione ed Endocrinologia dell’Università Sapienza di Roma, che ha illustrato una meta-analisi tra tutte le principali pubblicazioni sul tema. Se in caso di obesità e sovrappeso la possibilità di diventare positivi al Covid è superiore del 46% rispetto ai normopeso, il rischio di ricovero in terapia intensiva è superiore del 74% e quello di ricorso alla ventilazione meccanica invasiva è superiore del 66%. Il rischio di mortalità in caso di positività a Covid, infine, è maggiore del 48% rispetto ai normopeso. Anche il grado di obesità influisce. Rispetto al rischio di ospedalizzazione, per esempio, si parla di 12-13 pazienti normopeso su 10.000, 19 se sovrappeso, 42-43 se obesi gravi. Ma non solo il Coronavirus. “Anche nelle influenze normali – ha sottolineato Gnessi – è noto che i pazienti obesi abbiano un rischio maggiore di infettarsi, anche se vaccinati”. Non solo. Eleonora Poggiogalle, specialista in Scienza dell’alimentazione e ricercatrice della Sapienza, ha spiegato che in caso di carenza di vitamina D il rischio di risultare positivi al Covid è maggiore del 77%. “Dagli studi effettuati su alimentazione e Covid negli ultimi tempi emerge con ancora più evidenza – ha chiosato Giovanni Spera, coordinatore della tavola rotonda – quanto un corretto stato nutrizionale sia fondamentale non solo per la prevenzione, dunque per mantenere un buono stato di salute, ma anche nel corso della malattia, come concreto supporto ai trattamenti di cura. Questo vale anche nel caso di pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva”.