Strage di Bologna, 40 anni fa l’esplosione che costò la vita ad 85 persone. Oltre 2mila persone alla cerimonia


Oggi oltre 2mila persone alla cerimonia in ricordo dell’attentato avvenuto quarant’anni fa

Si celebra oggi il 40esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna. Mille persone era il numero chiuso per assistere in piazza Maggiore alla cerimonia per i 40 anni della Strage di Bologna, che quest’anno, per le norme anticovid, non si è tenuta con il tradizionale corteo che porta in stazione dove esplose la bomba. Ma almeno altrettante persone sono presenti ai lati della piazza, nei vari punti di accesso contro le transenne, per partecipare in modo ordinato, con la mascherina, alla commemorazione. Altre persone sono poi presenti in stazione dove le autorità, alla fine, vanno a deporre corone sulla lapide che ricorda gli 85 morti dell’attentato più sanguinario della storia del dopoguerra italiano. In piazza è presente anche l’autobus 37, divenuto simbolo della Strage perchè 40 anni fa fu utilizzato per trasportare feriti in ospedale e poi i morti. Al termine del discorso del presidente del Senato Elisabetta Casellati, all’altoparlante sono stati letti tutti i nomi delle vittime, nel silenzio di piazza Maggiore.

IL BOATO. Erano le 10.25 quando l’esplosione squarciò l’ala sinistra della stazione su piazza Medaglie d’Oro: la sala d’aspetto di seconda classe, gli uffici del primo piano, il ristorante. Nel ristorante-bar-self service perdono la vita sei lavoratrici; tra le vittime anche due taxisti in attesa di clienti nel posteggio davanti all’edificio polverizzato dallo scoppio. Un boato improvviso, lacerante, poi solo urla, singhiozzi, polvere e macerie. L’atrio della stazione centrale di Bologna si riempie di sangue e detriti, sulla pensilina del primo binario l’esplosione investe anche il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea fermo in stazione. Il bilancio è di 85 morti e 200 feriti. La vittima più piccola è Angela Fresu, appena 3 anni, e poi Luca Mauri, di 6, Sonia Burri, di 7, fino a Maria Idria Avati, ottantenne, e ad Antonio Montanari, 86 anni. Quella di Bologna è la strage più sanguinaria dell’Italia Repubblicana. La prima ipotesi circolata sulle cause, l’incidente provocato dallo scoppio di una caldaia, non regge a lungo, anche perché nel punto dell’esplosione non ce ne sono, e in poche ore lascia il passo alla certezza dello scenario più temuto: l’attentato terroristico con una bomba ad alto potenziale.