il binomio Juventus-Pirlo ha fatto discutere sin da subito. Un azzardo affascinante quello del presidente Agnelli. Ma pur sempre un azzardo.
Quello appena concluso è il giorno più frenetico in casa Juventus. A orario di pranzo esonerato mister Maurizio Sarri, otto ore più tardi benvenuto al nuovo tecnico bianconero: Andrea Pirlo. Il mondo juventino non viveva un giorno così da decenni, un giorno ricco di colpi di scena. Un 8 agosto che difficilmente verrà dimenticato dai tifosi della Vecchia Signora.
DISCUSSIONE. Juventus-Pirlo, una scelta che ha fatto, sin dai primi secondi, discutere. Non era ancora arrivata nemmeno l’ufficialità, intorno alle 19.30, quando tutti ne hanno iniziato a parlare. Dagli addetti ai lavori ai tifosi di tutti le squadre italiane. Ognuno a dire o scrivere la propria opinione su un evento non certamente da Juventus. Il motivo è semplice: il curriculum da allenatore di Andrea Pirlo è praticamente vuoto. Al suo interno solo una firma su un contratto da professionista, siglato la scorsa settimana sempre con la Juventus (under23), ma effettivamente la sua avventura non era ancora iniziata. Andrea Pirlo tra qualche settimana dirigerà il suo primo allenamento in carriera. E questo è il dato che ha fatto più discutere. Una scelta decisamente azzardata da parte della dirigenza juventina. Una scelta criticata anche dagli stessi tifosi bianconeri che si sono letteralmente divisi al momento dell’ufficialità. Una scelta definita: “non da Juventus”
RISCHIO E CURIOSITÀ. Non giriamoci intorno, la nomina di Pirlo a capo della prima squadra è rischiosissima. Un azzardo affascinante, certo. Ma pur sempre un azzardo. Perché se a un uomo di oltre 60 anni e con tante panchine da professionista non è stata data un’altra opportunità, pur avendo vinto il nono scudetto consecutivo, figuriamoci a un novellino del mestiere. Il mondo della Juventus è un mondo spietato. Non ti perdona nulla. Pirlo avrà l’opportunità di dimostrare il suo valore senza troppe pressioni? Ci auguriamo di sì, perché comunque l’ex fenomeno del centrocampo resta un valore importante del nostro calcio, in campo prima e in panchina ora. Il rischio di bruciarsi, ovviamente, c’è. I suoi ex compagni del Milan, da Seedorf a Inzaghi, da Brocchi a Gattuso, tutti hanno toppato clamorosamente alla loro praticamente prima esperienza su una panchina importante. In tanti, inoltre, hanno accostato questa avventura a un’altra iniziata qualche anno fa in Spagna. Stoppiamo questo accostamento subito: non si paragoni il percorso di Pirlo a quello di Zidane. Il genio francese non è passato dal campo alla panchina del Real Madrid in un attimo. Zizou ha maturato prima un’esperienza importante con il Castilla (seconda squadra del Real) e poi in panca da secondo allenatore di Ancelotti nell’anno della Decima. Dunque, percorsi diversi e se Pirlo dovesse riuscire nell’impresa di imporsi sin da subito sarebbe decisamente un gradino sopra lo stesso Zidane. Se dovesse fallire, sia chiaro, la caduta sarebbe rumorosissima. Però, la curiosità di vedere all’opera un grande sportivo come Pirlo è tanta, questo senza ombra di dubbio.
4-3-3 E POSSESSO PALLA. Innanzitutto, il suo modulo di gioco. Da una diretta Instagram con Cannavaro durante il lockdown aveva già fatto trapelare qualcosa: 4-3-3, possesso palla e bel gioco. Bene, già qui potremmo aprire una breve parentesi. Come per Sarri, lo stesso discorso vale per Pirlo ma in realtà a tutti gli allenatori del mondo. Per esprimere al meglio le idee tattiche ci vogliono gli uomini adatti. In molti hanno affermato che un grande allenatore è in grado di adattarsi alla rosa a disposizione e comunque portare avanti il proprio credo calcistico. In questo caso siamo di fronte a un esordiente, riuscirà ad adattarsi? Forse sarà costretto perché la stagione incombe e il mercato non potrà essere così importante visti i tempi e un budget non certamente elevato, ma di sicuro non sarà semplice l’inizio di questa avventura per l’ex Juve e Milan. Una grossa mano in questo senso la potrebbero dare i tre giocatori attualmente in rosa ed ex compagni di Pirlo proprio alla Juventus: Buffon, Chiellini e Bonucci. I tre più esperti del gruppo saranno, probabilmente, decisivi nell’inserimento all’interno del gruppo del neo-giovanissimo tecnico.
PRIMA SCELTA? NO!. Detto questo, analizziamo per un secondo prettamente la scelta effettuata dalla società. È stata una scelta dettata da cosa? Pirlo è stata sempre la prima idea in testa al trio Agnelli-Nedved-Paratici? Decisamente no. Se fino a sette giorni fa l’ex regista era in procinto di firmare con l’under 23, di sicuro sette giorni dopo non diventa la prima scelta per la prima squadra. Agnelli e soci, probabilmente, hanno dato uno sguardo al calendario e si sono accorti del pochissimo tempo a disposizione per imbastire trattative con i vari Zidane, Inzaghi, Mancini, lo stesso Pochettino svincolato. Tutti allenatori con un’altra società alle spalle o con esperienze importanti tali da metterli in condizioni di sedersi a un tavolo e dettare loro le condizioni. Con Pirlo, la parte delle trattative non è proprio esistita. Tutto velocissimo. Tipo: “Ciao Andrea, vuoi diventare il nuovo allenatore della Juve? Si, accetto”. Più o meno così sarà andata tra le parti. Ma scherzi a parte Paratici ha provato così a spiegare la scelta ai microfoni di Mediaset durante la trasmissione dedicata alla serata di Champions League: “Non è stata la partita di ieri sera contro il Lione ad averci portato a questa decisione, abbiamo fatto le nostre valutazioni da tempo, avevamo le nostre idee, frutto del percorso di un’intera stagione dove comunque, va sempre ricordato, si è vinto uno scudetto». Perché Pirlo? “È stata una decisione molto juventina, molto naturale, pensiamo che possa essere un predestinato, lo è stato da calciatore può diventarlo da allenatore. Nella sua testa ha tutto per farcela. È un ragazzo che è stato da noi, ha giocato con noi, è sempre stato in contatto con noi”.
Una spiegazione a cui crediamo poco. La decisione di esonerare Sarri è davvero maturata da tempo? Dieci giorni fa a Torino si festeggiava il nono scudetto e non sembrava così in bilico il tecnico toscano, considerando anche e soprattutto la stagione anomala e complicata vissuta da tutti e difficilmente giudicabile sotto diversi aspetti. Si attendeva la Champions per dare una valutazione più completa e quindi, l’eliminazione con il Lione è stata assolutamente decisiva per l’esonero, così come la scelta di Pirlo decisamente improvvisata. Attenzione, per improvvisata non è da intendersi per forza sbagliata. Una scelta dettata dall’emozione, dal cuore, e da quel pizzico di follia che contraddistingue una famiglia come quella degli Agnelli da un secolo praticamente. Perché questa scelta è stata del presidente Andrea. Ha voluto dare una scossa all’ambiente, un cambio radicale e che lui spera sia per lungo tempo. Una scommessa difficile da vincere ma di quelle eccitanti. Un azzardo totalmente affascinante. Ma pur sempre un azzardo. In ogni caso, buona fortuna a mister Pirlo. Ne servirà tanta, oltre alla bravura tattica e alle scelte sui giocatori da mandare in campo.