L’Italia intera continua il periodo di “quarantena”. Sono passati ormai dieci giorni che il Premier Conte ha dichiarato Zona Protetta per tutta la penisola e quindi restrizioni ferree per tutte le regioni. Bene. La maggior parte della popolazione ha recepito il messaggio: si esce di casa solo se strettamente necessario (acquisto dei beni di prima necessità o per motivi di lavoro). C’è però ancora una parte, una bella parte, di italiani che questo messaggio non lo ha recepito o non lo ha capito. Ma poco importa. In troppe zone d’Italia si continua a uscire senza problemi, in troppi credono di essere furbi scavalcando le leggi. Purtroppo i numeri parlano chiaro e i numeri non mentono mai: dal 30 gennaio fino all’ultimo bollettino diramato dalla Protezione Civile i positivi al Coronavirus sono 26.062 (numero sicuramente in aumento considerando la giornata di oggi) mentre i denunciati dalle forze dell’ordine per spostamenti non giustificati sono stati circa 43mila (anche in questo caso il numero aumenterà di sicuro). I denunciati sono quasi il doppio dei malati. E non va assolutamente bene. Anzi va malissimo. Ed è irrispettoso per tutte quelle persone che sono segregate in casa da settimane ma soprattutto per medici e infermieri che lottano ogni giorno in prima fila per sconfiggere questo maledetto nemico invisibile.
Bisogna cercare di invertire drasticamente la rotta. Uscire pochissimo da casa ed evitare contatti. Solo così il virus potrà essere debellato e tornare finalmente alla vita di tutti i giorni. La percentuale delle persone che lo hanno capito è alta, ma non abbastanza per essere ottimisti al cento per cento. L’hashtag “andrà tutto bene” è inutile se non si cambia definitivamente atteggiamento.
Uniti si può ha dichiarato più volte il Premier Conte, speriamo che lo capiscano veramente tutti.