C’è un momento esatto in cui il Granillo viene avvolto dalla magia, quando le luci si spengono e tutti i cori rimangono un flebile eco nella propria mente. Il Granillo, quest’anno, sta forse vedendo una delle migliori squadre dell’ultimo ventennio calcare il proprio terreno, in un binomio perfetto che vede protagonisti squadra e tifoseria.
Contro il Rende, anche questa sera, è andata in scena la bella storia della Reggina; una squadra tosta, caparbia e capace di divertirsi giocando un calcio ormai malato. Bellomo, Corazza, Rivas e Sounas hanno servito il poker ad un giovane e tosto Rende, giunto nella città reggina senza troppe pretese se non quelle di uscire dalle mura nemiche a testa alta. Il risultato, addolcito dalla rete di Nossa, è stato forse fin troppo severo per una squadra che ha dimostrato un gioco propositivo fin dai primissimi minuti. Gli uomini di mister Tricarico fanno rientro a Rende con la consapevolezza di aver dato il possibile, piegandosi nei minuti finali ad una Reggina che con questa categoria, ad oggi, c’entra davvero poco.
La trama è sempre identica: grinta, cuore e testa. Tre elementi che, per questa Reggina, sono diventati una vera e propria filosofia, la stessa che Mimmo Toscano impartisce ai propri uomini fin dai primi allenamenti in maglia amaranto. Una Reggina che punta in alto ma al contempo rimane con i piedi ben saldi per terra, sintomo di grande maturità e professionalità da parte dei componenti di staff e rosa.
Una bella storia che lascia l’amaro in bocca quando l’arbitro, partita dopo partita, fischia il finale. I tifosi rientrano nelle proprie abitazioni, gli addetti ai lavori si spogliano della pettorina e tutto si avvolge di buio…ma la vera magia rimane lì, in uno stadio che la storia l’ha vissuta, l’ha trasmessa a tutto il mondo e lentamente sta facendo tornare a parlare di sé.