Un’altra estate nera del calcio italiano, ma chi ci perde sono sempre e solo i tifosi


Altra estate, altri fallimenti. Ovviamente stiamo parlando della situazione del calcio italiano. Dalla serie B in giù, ormai, tutte le società rischiano di non presentare l’iscrizione ai prossimi campionati. Prima Albissola e Siracusa non presentano la domanda di iscrizione al prossimo campionato di Serie C, poi il Foggia che incredibilmente scompare dal calcio professionistico. Infine, notizia di pochissimi istanti fa è che il Palermo non è riuscito a presentare la fidejussione in sede a Milano. Senza dimenticare Lucchese e Arzachena.
Tutte società che salutano il professionismo uccidendo l’amore e la passione dei propri tifosi. Perché alla fine di ogni estate e alla fine di ogni fallimento, chi davvero ci perde sono proprio i tifosi. Coloro che danno l’anima e la vita per i propri colori, investono tempo e soldi per le partite in casa ma soprattutto in trasferta. Per ogni squadra che fallisce, muore un pezzettino di calcio. E il sistema calcistico italiano, sotto questo punto di vista, è davvero deceduto da tempo. Negli ultimi 15 anni sono circa 150 squadre fallite. Ma di cosa stiamo parlando? In Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Portogallo o in qualsiasi altro sistema calcistico degno di nota tutto questo non accade. Si salva(in parte) solo la Serie A; poi Serie B, Serie C, Serie D, Eccellenza, Promozione, Prima, Seconda e Terza categoria sono campionati da non considerare? Ma stiamo scherzando? Le categorie di calcio sono come i piani di un palazzo, dove la massima seria è l’ultimo piano, quello più lussuoso. Dalla B in giù sono i piani inferiori fino alla base, alle fondamenta. Ma se queste fondamenta sono così fragili, come si può andare avanti? Solo un anno fa parlavamo dell’arrivo di Cristiano Ronaldo non come la risoluzione di tutti problemi, e dopo 365 giorni siamo di nuovo qui a ribadire questa cosa. In Serie A potranno arrivare tutti i calciatori più forti del mondo con i loro ingaggi ultra milionari, ma se continuano a fallire squadre e a piangere tifosi, tutto questo non servirà proprio a nulla. Teneteveli i milioni e i campioni, teniamo molto di più alla passione di tantissimi tifosi che ci mettono davvero il cuore in questo sport.
Le soluzioni, almeno sulla carta, non sembrerebbero complicate. Gli enti e le associazioni che hanno il compito di controllare i conti e i documenti di tutte le società non appena riscontrano delle anomalie dovrebbero immediatamente fermare e aiutare, invece di chiudere un occhio per un anno intero per poi a fine stagione farle fallire inesorabilmente le stesse.
Oggi è un altro giorno triste. E tutti i tifosi che stanno esultando per le mancate iscrizioni per i ripescaggi delle proprie squadre dovrebbero solo vergognarsi. Bisognerebbe essere solidali in questi casi. Ma siamo in Italia, nel paese più strano del mondo, dove tutto ciò che non è normale viene fatto passare per la normalità più assoluta. E’ tutto nero, buonanotte calcio italiano, sempre più simile ad un pallone bucato.