Napoli. Sta meglio il 14enne che ieri ha tentato il suicidio perché rimandato a scuola. “Mentre mi trovavo nell’ospedale Cardarelli per motivi personali ho appreso dell’arrivo del giovane 14enne che si e’ lanciato dal terzo piano di casa propria in seguito al rimando in tre materie. Mi sono immediatamente attivato per seguire personalmente la ripresa del giovane dopo il gravissimo fatto. Dai vertici del Cardarelli é emerso che il ragazzo adesso è vigile e lucido”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Sanita’. “Sembra che il padre lo attendesse sotto casa per accompagnarlo a ripetizione. In quel momento lo studente avrebbe deciso di gettarsi – ha aggiunto Borrelli – Giunto al Pronto Soccorso ha riferito ai sanitari le sue intenzioni di togliersi la vita. Sarà sottoposto a un secondo intervento chirurgico e ai servizi psichiatrici dell’Asl. Continuerò a seguire la vicenda fino a quando il ragazzo non si sarà completamente ripreso e si sarà chiarita la dinamica del gesto”.l ragazzino che non ha spiegato il suo gesto ha però ammesso che non si è trattato di un incidente ma di una sua volontà precisa di voler morire. I genitori sentiti dagli investigatori che hanno aperto un’inchiesta sul caso hanno spiegato che il ragazzino non aveva mai mostrato segnali di preoccupazione e di non riuscire a spiegare il gesto. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti su facebook: “La vicenda del 14enne che é in fin di vita a Napoli dopo un tentativo di suicidio per essere stato rimandato a scuola mi colpisce e mi addolora profondamente. Sono vicino alla sua famiglia e spero che possa presto tornare ai suoi affetti. Come ripeto spesso, il voto non definisce il valore di una persona, ma serve a misurare un compito o un’interrogazione. Ricordiamolo sempre ai nostri ragazzi”. “E’ impensabile che un insuccesso scolastico si trasformi in tragedia. Il tentativo di suicidio commesso da un ragazzino di 14 anni, a Napoli fa parte di un fenomeno in crescita nella fascia d’età tra i 12 ed i 14 anni. Una bocciatura che cancella ogni speranza in un ragazzo è indice di una forte carenza di autostima”. Lo afferma la senatrice Licia Ronzulli (FI), presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza. “L’insorgere di sentimenti come paura e vergogna nei confronti dei propri genitori o dei compagni, a seguito di un insuccesso, va prevenuto. I genitori, ma anche la scuola stessa, dovrebbero spiegare ai ragazzi che la fiducia nei propri mezzi e l’autostima non coincidono con le abilita’ scolastiche, ma con la capacita’ di rialzarsi dopo ogni caduta” aggiunge Ronzulli.