Dal 30 Maggio la Cannabis light è stata dichiarata improvvisamente illegale dallo Stato Italiano. Migliaia di startup, negozi e aziende che producono e vendono erba “legale” e prodotti derivati dovranno chiudere. Stiamo parlando di un giro di denaro da 150miliori di euro che verrà improvvisamente a mancare nell’economia italiana. Piccoli e grandi investitori hanno completamente buttato all’aria sacrifici e soldi per iniziative che sono state dichiarate illegali nel giro di due giorni. Non stiamo parlando di un cambiamento d’opinione o di rotta verso una tale decisione, qui si parla di interrompere un’economia florida che stava crescendo sempre più in Italia e stava levando mercato alla Mafia. Inoltre questa decisione avventata sembra piuttosto una guerra contro la stessa scienza, poiché si legge nella sentenza che restano legali quei prodotti che sono “in concreto privi di efficacia drogante”, mentre diventa reato vendere qualunque altro “prodotto derivato dalla coltivazione della cannabis”. Quindi la domanda che sorge spontanea è “come si fa a stabilire se c’è un’efficacia drogante nel prodotto? Qual è il limite di thc consentito? Anzi, è consentita la presenza di thc?” Ma facciamo un passo indietro. Nel 2016 la cannabis light, con la legge 242, era portata sui mercati nazionali con un Thc fino allo 0,2% , compresi i suoi derivati, come creme, oli, infusi. Ma ora, nel 2019, viene dichiarata illegale per quale motivo? Perché altera le abilità cognitive? E se pure fosse, non le altera tanto quanto l’alcool e i superalcolici che sono legali e vendibili in ogni angolo di ogni città?
Lo stato Italiano vive una consueta contraddizione con se stessa, con le proprie decisioni, con l’economia e la scienza, mostrandosi come una nazione ancora ignorante, incapace di guardare al futuro e legata al passato e al suo conservatorismo. Purtroppo però le sue idee malsane e scorrette vanno contro il suo stesso mercato, minando anche l’ennesima entrata economica in pieno sviluppo.