Parla Claudia, la 24enne di Portici ritenuta vittima di violenza sessuale ad opera di tre giovani, di età compresa tra i 18 e 19 anni, nel vano ascensore della stazione Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano lo scorso 6 marzo. La giovane è intervenuta a Porta a Porta su Rai 1 ed ha risposto a tutte le domande di Bruno Vespa raccontando quei terribili momenti, il primo approccio, la violenza e anche progetti per il futuro come la creazione di un’associazione per donne vittime psicologiche e fisiche di violenza.
“Io già li conoscevo tutti e tre – dice – li conobbi nella stazione di San Giorgio a Cremano. Mi erano stati presentati da un amico in comune. All’ inizio si erano mostrati in modo amichevole ma già la prima volta avevano cercato di imporre la loro supremazia. Subito dopo averli conosciuti mi avevano chiesto un incontro ma io non sono andata. Era il giorno in cui ci siamo presentati io avevo detto di avere una sorella. Loro quindi mi minacciarono dicendo che avrebbero voluto avere rapporti sessuali con me e che se io non avessi soddisfatto questa loro richiesta li avrebbero avuti con mia sorella. Poi dopo hanno imposto la loro supremazia circondandomi e facendo strusciare il loro membro sulle mie parti intime. Andai via, salii sul treno per Portici ma loro mi seguirono. Quando scesi alla fermata di Portici-Via Liberà loro continuavano a seguirmi. A tal punto io, disperata, dissi un attimo “va bene se quello che volete è il mio corpo ve lo darò basta che lasciate stare mia sorella’, fortuna volle che io incontrai proprio mia sorella sotto al palazzo di casa ed è stata la mia salvezza perchè io così sono stata costretta a salire. Mia sorella in ascensore e io per le scale e loro continuavano a seguirmi per le scale. Si sono arresi sono quando ero arrivato al quarto piano”.
Questa sua apparente disponibilità – chiede Vespa – a beneficio di sua sorella può averli indotti a capire che se vi fosse rincontrati lei sarebbe stata consenziente al rapporto?
“Non penso che penso questo sia indice di colpevolezza…”
La seconda volta e la presunta violenza. “Loro scendono alla stazione per fumare la canna perchè loro sapevano che io fumavo, la prima volta fumai con loro. La seconda volta no. Mi dissero andiamo dalle parti dell’ascensore perchè non ci sono le telecamere così possiamo rollarci una canna. Io li accompagno, uno di loro mi aveva anche chiesto scusa per quanto avvenuto la prima volta mostrandosi mortificato. Ad un certo punto uno di loro preme il pulsante si apre l’ascensore mi spinge e mi fa entrare all’interno, io avevo ancora la sigaretta accesa, e poi da lì è sorta la violenza. Loro non hanno chiesto di avere con me un rapporto. Poi sono andati via.
La cosa che mi ha sconvolto di più è mentre stavano insieme ridevano e scherzavano come se non si rendessero conto di quello che stavano facendo nonostante io avessi detto di smetterla e nonostante i conati di vomito che mi venivano per l’agitazione. Uno di loro mi ha anche aiutato a ripulirmi e mi ha portato fuori dall’ascensore. Poi sono andata io vicino la panchina dove mi hanno trovato alcuni passanti.
Sono stati scarcerati due dei tre indagati perchè solo in due hanno fatto richiesta al tribunale del riesame per la scarcerazione.
Sulla scarcerazione. Ho provato prima un senso di frustrazione per aver denunciato, mi ero pentita di essermi incamminata in questo percorso lungo e tortuoso. In un secondo momento ho provato una sorta di rabbia di fronte alla scarcerazione dei due indagati. Era però una rabbia impotente che non metteva a frutto nulla, soltanto quando ho riuscito a parlare sono riuscita a trovare una pace interiore. Si io ho paura e temo una loro vendetta, anche perchè loro sanno dove abito. Mi preoccupo anche perchè frequento tutti i giorni san Giorgio perchè vado lì per curare un disturbo dell’alimentazione che ho”.
Il futuro. Voglio fondare un’associazione che si occupi di donne a rischio dove le donne possano trovare riparo da violenza fisica e psicologica. CLICCA QUI E METTI MI PIACE ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK