Erano sette gli attentatori kamikaze che ieri hanno compiuto la strage nello Sri Lanka costata la vita ad almeno 290 persone: lo ha reso noto un funzionario del governo che si occupa delle indagini forensi degli attacchi. Le esplosioni, otto, hanno colpito nel giorno di Pasqua chiese ed hotel tra la capitale Colombo ed un’altra città del Paese. Un portavoce dell’esercito cingalese rende noto che un ordigno esplosivo è stato trovato e disinnescato nella tarda serata di ieri su una strada di accesso all’aeroporto internazionale vicino la capitale Colombo. Si trattava di un tubo riempito con 50 kg di esplosivo vicino allo scalo. I morti sono circa 300 e i feriti 500. Tra le vittime ci sono anche almeno 36 stranieri. Fra questi ci sono anche cittadini americani, britannici, olandesi e indiani, un cinese, un giapponese e un portoghese. La Farnesina ha confermato in un tweet che l’unità di crisi è al lavoro, insieme all’Ambasciata d’Italia “per effettuare verifiche”. Nel tweet è indicato anche un numero di telefono a cui rivolgersi per eventuali segnalazioni: 00390636225.