“Meritiamo di più!” Questo il coro che ieri sera ha chiuso la serata amara della Juve Stabia, ripresa in extremis dal Rieti al 93′. Ascoltare questo coro fa male. Fa male semplicemente per un motivo: questa squadra è prima in classifica da inizio campionato e al termine di esso mancano solo 5 partite, e nonostante il pari di ieri, le Vespe mantengono un buon margine di vantaggio su Trapani e Catania, considerando anche i tre punti che alla penultima giornata verranno assegnati contro il Matera. Fa male ascoltare i fischi e le imprecazioni di un pubblico che fino a prova contraria si sta divertendo praticamente ogni santissima domenica. Fa male ascoltare troppi tifosi che subito dopo il triplice fischio all’esterno del “Menti” hanno chiesto la testa di mister Fabio Caserta e l’allontanamento dalla squadra di Lino Marzorati, uno dei difensori più forti del campionato che potrebbe benissimo giocare in serie B, messo in discussione per qualche errore. Fa male, anzi malissimo, vedere una squadra umiliata sotto la curva al termine di una partita. Una squadra, ripetiamo, formidabile fino ad oggi e che ha il destino tutto nelle proprie mani.
Detto questo, detto dell’amarezza di aver assistito ad un post partita assurdo e surreale, diciamo pure che il tifoso che paga il biglietto è libero di fare ciò che vuole, ci mancherebbe altro. Ma allora possiamo tranquillamente affermare che in questo mondo del calcio la parola riconoscenza non esiste più. Dal fallimento quasi certo alla possibile serie B distante solo pochissime partite. E’ vero Castellammare vuole vincere (altro coro della curva Sud), e meriterebbe pure di vincere ma dopo ieri sera forse è il caso di affermare anche un’altra cosa: la Juve Stabia, in questo momento, non ha bisogno di tifosi del genere. La rabbia di ieri che passi in fretta, c’è una guerra da vincere e bisogna vincerla già da domenica prossima a Bisceglie. Nessuna squadra regalerà niente, questo è ormai assodato, ma ci sarà bisogno di un vero e proprio esodo gialloblu per aiutare questi ragazzi a rialzarsi. Tornare a cantare, saltare e ballare insieme alla squadra deve essere il diktat per le prossime sfide. Uniti, solo così questo assurdo momento passerà. CLICCA QUI E METTI MI PIACE ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK