Alla vigilia del match contro il Cagliari domani sera, Spalletti nella consueta conferenza stampa ha affrontato diversi temi, tra cui: Icardi, Firenze, Pioli ecc… Si parte proprio da Icardi: “Di Icardi sono state dette molte cose, si è espresso Marotta e si è espresso Zhang. Io da qui in avanti parlo di quelli che ci sono, nel senso che non ne parlerò più”. Su Firenze: “Un po’ di dispiacere rimane, la partita l’avevi fatta e gli episodi non erano stati così determinanti a tuo svantaggio. Avevamo fatto questo e dovevamo portare a casa quanto prodotto, di conseguenza un po’ di dispiacere c’è. Però i giocatori sanno che bisogna farsi trovare pronti dopo due o tre giorni, si sono allenati in modo corretto e mi sembra che abbiano la faccia giusta per andarsi a giocare questo finale di campionato dove c’è ancora possibilità di scrivere molte cose”. Su Perisic: “È successo anche l’anno scorso, che Perisic non aveva passato un bel periodo e poi si è ripreso. Nel nostro calcio può succedere di essere condizionati da quelli che sono gli episodi o dei momenti che stai attraversando: sono molte le cose che ti devi caricare, sia a livello mentale che fisico. Le partite sono ravvicinate, non si può essere sempre così determinati e così a puntino. Dal punto di vista mio Perisic, anche quando non fa una bellissima prestazione, se poi vai a valutarlo nei dettagli vedi che magari ha sbagliato qualche passaggio di troppo o ha puntato una volta di meno l’avversario, ma ha fatto ugualmente dei rientri importanti. Il Cagliari è forte sulle palle inattive. Perisic è uno che sui calci d’angolo prende più palloni di tutti rimanendo a zona sul primo palo, è un calciatore che ti viene addosso e ti fa sentire il peso della fisicità nonostante sia un attaccante. Più palloni riconquisti più cose puoi mettere nelle partite. Sono tante cose in cui si può incidere nella partita, non solo sbagliando il passaggio. Io non ho dubbi: è un calciatore forte e affidabile, da Inter. Poi che sia anche di auspicio o che sia un qualcosa dove gli altri possano trovare una reazione ed essere quelli che simulano quello che è successo a lui è una cosa positiva, certo. Una cosa importante, ma sono cose che succedono normalmente, senza andarle poi a mettere a posto. In un campionato si tira poi la riga in fondo”. Su Lautaro: ” “Sta facendo quello che mi aspettavo, anzi proprio perché c’è questo carico si sta disimpegnando molto bene. Nell’ultima partita ha fatto vedere anche due o tre numeri dei suoi, è riuscito a saltare l’uomo nello stretto, a far salire la squadra. È andato a puntare la linea difensiva da solo, è un calciatore che ha più qualità da mettere a disposizione della squadra e questa cosa qui che sente adesso lui l’ha gestito molto bene, c’era il rischio che uno perdesse un po’ del suo valore o delle caratteristiche, dovendo andare poi a spiegare quello che sarà il reparto offensivo dell’Inter e lo deve spiegare da solo. Secondo me sta crescendo in maniera imponente. Sia come partite giocate sul campo, viste da tutti, sia come comportamento in allenamento, come punto di riferimento offensivo per i compagni. I suoi compagni si fidano di lui e sono tranquilli con lui davanti”. Danno irreparabile della VAR, come ha detto Marotta? “Ha detto ‘spero che non sia un danno irreparabile’. Secondo me quello che hanno creato col VAR è un meccanismo perfetto, dal punto di vista della macchina. Poi, come è stato detto, probabilmente le macchine vanno sempre guidate, ci vuole un’intesa e ci sono anche degli episodi che sono anche difficili da valutare allo schermo. Non è il caso dell’ultimo, ma ci sono anche episodi che lasciano il dubbio. Io non ho da dare consigli su come va migliorato, secondo me l’hanno costruito in maniera giusta e corretta, come avevo già detto in precedenza. Bisogna soltanto affinare l’intesa ed essere abituati all’uso del VAR, che può essere richiamato anche più volte, perché se gli episodi che capitano nella partita sono tanti si può intervenire anche cinque o sei volte. Se serve per la correttezza della partita è giusto che si vada a vederlo”. Sulle parole di Pioli: “Ha ragione lui, stiamo facendo confusione: ci è tornato anche sulla conferenza dopo. Quelli della mano non sono polpastrelli ma capezzoli: se ti sbatte la palla su un capezzolo come successo a D’Ambrosio è mano, ma se ti sbatte sul polpastrello come successo a Hugo non succede niente. Ha ragione lui, noi dobbiamo continuare a fare quello che dobbiamo fare perché abbiamo un obiettivo fondamentale”.