Ieri, domenica 17 febbraio, il calcio italiano è definitivamente “morto”. Ieri su un campo di serie C, la terza serie più importante in Italia, è andata in scena una delle pagine più nere, se non la più nera, di tutta la storia del nostro calcio: Cuneo-Pro Piacenza è finita 20 a 0 per i padroni di casa. Il motivo di questa goleada è molto semplice: la Pro dopo 3 partite perse a tavolino, pur di non essere esclusa dal campionato, ha deciso di schierare in campo prima 7 giocatori tra cui un massaggiatore poi 8 quando un loro giovane tesserato è riuscito a recuperare la propria tessera d’identità, senza allenatore e staff tecnico. Le critiche al Cuneo sono state feroci dopo il match, ma una squadra che deve salvarsi perché non avrebbe dovuto fare il proprio lavoro? Che colpa ne hanno i giocatori del Cuneo se una società avversaria non è in grado di pagare gli stipendi da mesi, ma soprattutto una Lega non è in grado di prendere prima dei provvedimenti seri prima che tutto questo fosse accaduto? Nessuna colpa, ovviamente. Anzi, va sottolineato come nel secondo tempo i ragazzi di mister Scazzola si siano praticamente fermati, segnando solo 4 gol sui 20 finali. Detto questo, va ribadito che la Pro Piacenza merita di essere radiata dal calcio professionistico perché una società seria non permette a 7 ragazzini delle giovanili di scendere in campo e farsi umiliare in questo modo in diretta nazionale. Ma una volta radiata questa società, i vertici della Lega dovrebbe avere il coraggio di dimettersi. Tutti. Come è possibile che nel 2019 squadre professionistiche debbano fallire a campionato in corso? Perché non dimentichiamoci del Matera, escluso dal girone C dopo le quattro partite perse a tavolino. Hanno falsato un campionato da agosto ad oggi, senza alcuna vergogna, giocando con i sentimenti e la passioni di milioni di tifosi sparsi in tutta Italia. La terza serie di calcio, in qualsiasi altro paese del mondo, ha un’importanza rilevante, qui da noi, invece, sono già diversi anni che viene trattata come un torneo amatoriale e ieri ne è stata la prova chiara ed evidente.
Ormai in Italia non funziona davvero niente più. Un paese arretrato mentalmente (e non solo) che preferisce parlare e far parlare una procuratrice in tv creando un vero e proprio teatrino assolutamente ridicolo, invece di pensare a ciò che potrebbe migliorare l’intero sistema. Ah giusto, ma in serie A gioca il grandissimo Cristiano Ronaldo e allora tutto passa. E invece non funziona così. Avere uno dei più grandi giocatori della storia del calcio mondiale non ha aiutato e non aiuta le squadre a non fallire. Servono provvedimenti importanti per evitare che in futuro accadano di nuovo queste cose. Una partita di calcio non può essere disputata 11 contro 8. Siamo alla follia. E ricordiamoci che un palazzo deve essere ben costruito dalle fondamenta e non dall’ultimo piano. Prima o poi crollerà tutto.