“Le manifestazioni di solidarietà che stiamo ricevendo sono sempre di più e in particolare sono aumentate dopo l’uscita, due mesi fa, del film sulla storia di mio fratello. Da allora assistiamo a un’onda che non si ferma più”. Parla così Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, a Napoli a margine dell’inaugurazione del murale che la raffigura, creato da Jorit e realizzato nell’ambito di un progetto promosso dall’amministrazione comunale. “Nove anni fa mio fratello moriva come un ultimo tra gli ultimi. Da allora vedo che sono stati fatti grandi passi in avanti soprattutto nella coscienza e nella mente delle persone mentre nove anni fa Stefano moriva di botte, di giustizia, di carcere ma anche e soprattutto di indifferenza” ha detto Ilaria Cucchi. Poi ha aggiunto, commentando la lettera a lei indirizzata dal capo della Polizia Franco Gabrielli e pubblicata su L’Espresso: “Apprezzo la risposta del Capo della Polizia Gabrielli. Io per prima, ed io che sono la vittima, ho sempre tenuto a sottolineare e a ricordare che la stragrande maggioranza delle forze dell’ordine sono persone perbene che svolgono il proprio lavoro anche in condizioni non sempre semplici e lo fanno per tutelare noi. Non mi ritengo il partito dell’anti polizia se mai ne esista uno”.
“Rispettare l’altro è il fondamento per uscire da una spirale di sentimenti e comportamenti ispirati dalla faziosità, dall’essere contro qualcosa o qualcuno”, ha scritto Gabrielli nella lettera indirizzata a Ilaria Cucchi che a sua volta aveva scritto sulle pagine del settimanale, invitandolo a “difendere la polizia da chi la rovina dall’interno”. Il capo della polizia, tra l’altro, si è detto “consapevole che tra di noi ci sono, per fortuna pochi, che non onorano la divisa e il giuramento di fedeltà al nostro Stato Democratico e pongono in essere comportamenti censurabili, penalmente e disciplinarmente, e come tali debbano essere perseguiti, senza se e senza ma”.