Hanno girato tutta l’Italia, sedendosi ai tavoli di noti ristoranti del centro e di piccole osterie di campagna. Hanno assaggiato centinaia di pietanze della tradizione e dell’innovazione; valutato la cortesia dei camerieri e la disposizione dell’apparecchiatura in tavola. E ora, gli anonimi ispettori della Michelin hanno reso noto il loro verdetto. Sul palcoscenico dell’Auditorium Paganini di Parma sono stati annunciati i locali insigniti delle stelle, la massima onorificenza in ambito gastronomico, sogno e incubo di ogni chef. E, ancora una volta, l’Italia si è confermata al secondo posto nel mondo per numero di ristoranti stellati, dietro solo alla Francia.
Giunta alla sua 64ª edizione, la Guida Michelin 2019, la “bibbia” della ristorazione, ha portato con sé molte novità. 29 per la precisione: tante sono le nuove stelle singole assegnate quest’anno dal direttore internazionale delle Guide, Gwendal Poullennec. Ma soprattutto è arrivata la decima terza stella italiana, assegnata al marchigiano Mario Uliassi dell’Uliassi di Senigallia che entra a pieno merito nell’olimpo dei ristoranti che “meritano il viaggio”. “Sono contentissimo”, ha detto durante la cerimonia di premiazione. Attesa delusa invece per Carlo Cracco che non prende la stella per il suo nuovo locale in galleria Vittorio Emanuele a Milano. Antonino Cannavacciuolo invece “pigliatutto”, aggiudicandosi una stella per ciascuno dei suoi bistrot di Torino e Novara. Nessuna novità invece sul fronte dei bistellati: una decisione che ha creato non poco malumore, visto che molti locali erano accreditati per il balzo da una a due stelle. Tra chi invece non esulta, fa notizia la perdita della stella per Armani Ristorante a Milano.
Tra i “vincitori” della giornata c’è poi Enrico Bartolini, che si conferma lo chef più stellato d’Italia con ben 6 stelle in 5 ristoranti grazie al nuovo riconoscimento conquistato da La Locanda del Sant’Uffizio a Cioccaro, gestita dallo chef Gabriele Boffa.
Massimiliano Alajmo, Le Calandre a Rubano (Padova); Massimo Bottura, Osteria Francescana a Modena; Chicco Cerea a Brusaporto (Bergamo); Enrico Crippa, piazza Duomo a Alba (Cuneo); Annie Feolde e Riccardo Monco, Enoteca Pinchiorri a Firenze; Norbert Niederkofler , St.Hubertus a San Cassiano (Bolzano); Niko Romito, Reale a Castel di Sangro (L’Aquila); Nadia e Giovanni Santini, Dal Pescatore, a Canneto sull’Oglio (Mantova), Heinz Beck, La Pergola, a Roma.
Tanti giovani chef e grandi sorprese tra le 29 nuove stelle assegnate da Michelin. Tra queste c’è infatti Bros, il primo ristorante stellato del Salento, guidato da Floriano Pellegrino e Isabella Potì, quest’ultima inserita anche da Forbes nella lista dei “30 under 30”, che premia i giovani talenti europei in vari settori, dalla cucina alla tecnologia. Ci sono poi anche Confusion Lounge ad Arzachena, Sapio a Catania, St. George by Heinz Beck a Taormina, Quafiz a Santa Cristina di Aspromonte, Due Camini a Savelletri, Caracol a Napoli, Vitantonio Lombardo a Matera, Locanda Severino a Caggiano, Casa Iozzia a Vitorchiano, Danilo Ciavattini a Viterbo, Moma a Roma, La Tenda Rossa a Cerbaia, Al 43 a Lucignano, Giglio a Lucca, Abocar Due Cucine a Rimini, Harry’s Piccolo a Trieste, Stube Hermitage a Madonna di Campiglio, In Viaggio-Claudio Melis a Bolzano, Astra a Collepietra, Degusto Cuisine a San Bonifacio, 12 Apostoli a Verona, Materia a Cernobbio, Sedicesimo Secolo a Orzinuovi, Spazio 7 a Torino, Carignano a Torino, Locanda Sant Uffizio-Enrico Bartolini a Coccaro, Cannavacciuolo Caffe Bistrot sia a Novara che a Torino.