A Cleveland non sanno più vincere, dall’addio di Lebron sono arrivate tre sconfitte in altrettante partite, a dimostrazione di quanto sia una squadra normalissima (ad essere buoni) e quanto il roster fosse esaltato dalla presenza di James. Dopo un primo quarto chiuso in vantaggio dai padroni di casa, alla Quicken Loans Arena, gli Haws dominano i successivi tre quarti, aggiudicandosi la partita per 111-133. Migliore in campo sicuramente Trae Young, per lui 35 punti più 11 assist che lo rendono il più giovane di sempre a mettere a segno un 35+10, entrando a far parte della stretta cerchia di rookie ad averlo fatto negli ultimi 25 anni, tra cui Iverson, Kidd, Lebron e Curry. Se a Cleveland non sanno più vincere, a Oklahoma non se la passa di certo meglio, per i Thunder terza sconfitta in altrettante gare, nonostante il rientro di Mr Triple Double. Westbrook, tornato dall’infortunio, fa registrare le solite stats alle quali ci ha abituato, 32-12-8, George, con meno responsabilità offensive, ne mette a referto 29, ma non bastano. I Kings corsarsi hanno la meglio, 120-131 il finale, tra gli ospiti il top scorer è un redivivo Shumpert con 26 punti. A Denver cade, per la prima volta in stagione, Golden State, di cui fanno più notizia le sconfitte che le vittorie. Partita che prende il binario dei Warriors nel primo quarto, ma nel secondo e ancor di più nel terzo (il quarto migliore storicamente di GSW) i Nuggets la ribaltano, vincendo di misura 100-98. Gary Harris e Nikola Jokic combinano per 51 punti, uno in più della coppia Curry-Durant che tornano a casa con la prima L stagionale. I Rockets restano allo Staples dopo la vittoria (e la rissa) con i Lakers, sfidano questa volta i Clippers e l’esito non è affatto lo stesso. Houston priva di CP3 per squalifica manda in quintetto Gordon e nonostante un 15/35 da oltre l’arco, deve arrendersi ai più precisi dalla lunetta (26/26) Clippers. Termina 115-112 con 20 punti del Gallo (anche 9 rimbalzi e 4 assist per lui), 31+14 per Harden.