Si è girata un attimo per riporre il registro in un cassetto, un alunno ha spento la luce e in un attimo le sedie della classe sono volate in aria, fin quando una non l’ha colpita a una spalla, ferendola. È quanto accaduto a una docente di storia dell’istituto Floriani di Vimercate, che ieri mattina stava facendo lezione in una terza superiore, quando i suoi alunni hanno deciso di trasformarla in un vero e proprio campo di battaglia. L’istituto è un “professionale” con sezione di liceo delle scienze umane, già al centro delle cronache per il bullismo nel 2013 e nel 2016: nel primo caso un alunno picchio un professore mentre nel secondo uno studente ne aggredì un altro.
La donna di 55 anni è riuscita a mettersi in salvo inforcando la porta dell’aula. Soccorsa dal personale della scuola e dal 118 è stata portata al pronto soccorso. Poi ha sporto denuncia ai carabinieri. «Hanno spento la luce, la classe è piuttosto buia, ero di spalle, non ho visto chi ha scagliato le sedie contro di me», ha detto l’insegnante ai militari. Le indagini sono già partite: sia chi ha lanciato le sedie sia chi ha spento la luce, rischia una denuncia per lesioni in concorso. Il fascicolo è già sul tavolo della Procura dei Minori di Milano e della Procura di Monza, dato che in quella classe vi sono studenti dai 15 ai 18 anni. La scuola comunque prenderà provvedimenti, come ha spiegato il dirigente scolastico Daniele Zangari. «I responsabili saranno sospesi e avviati a un percorso di volontariato, qualora non identificati – ha assicurato -, il consiglio di classe valuterà eventuali provvedimenti per tutti gli studenti». Secondo Zangari quella classe non sarebbe «particolarmente difficile rispetto alle altre» e inoltre, ha proseguito «che io sappia non ci sono mai stati problemi con la docente».
Subito dopo l’accaduto, ha detto di aver parlato agli studenti «per far comprendere loro la gravità dell’accaduto e spingerli ad assumersi le loro responsabilità» ma «nessuno ha parlato, chi tace non è meno colpevole». Lunedì il dirigente ha convocato un consiglio di classe straordinario per alunni e ai genitori. Immediate le reazioni della politica, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti su facebook ha definito quanto successo «un atto di violenza che condanno duramente» e ha chiesto «un approfondimento all’Ufficio Scolastico Regionale, per accertare le responsabilità e valutare la possibilità di costituirci parte civile». Il ministro ha anche contattato la professoressa «per esprimerle personalmente la mia solidarietà».
Agli alunni che hanno assistito all’episodio, Bussetti chiede di «rifiutare ogni atteggiamento violento e a collaborare con le Forze dell’Ordine per fare chiarezza». Solidarietà alla docente è arrivata anche dal senatore Pd di Vimercate Roberto Rampi, che ha definito l’accaduto «un fallimento collettivo, culturale, educativo e politico». Secondo Rampi, quanto successo «è anche il frutto del clima di svalutazione verso la scuola e gli insegnati e della violenza verbale che noi adulti veicoliamo in ogni campo, nei media, nella rete, in televisione, nella politica». La presidente di Fdi Giorgia Meloni ha chiesto di «riportare autorità e rigore nelle scuole italiane riconoscendo espressamente la qualifica di pubblico ufficiale agli insegnanti». «Quanto è successo – ha concluso l’assessore regionale all’Istruzione Melania Rizzoli – è inqualificabile e va sanzionato con il massimo rigore».