Boscoreale. Chiedevano aiuto ai parenti quando erano in difficoltà. I carabinieri hanno intercettato anche le telefonate della banda durante un tentativo di fuga quando, nel luglio del 2017, il gruppo mise a segno un colpo in un’abitazione a San Marzano Sarno. Non sapevano di essere controllati a vista dai carabinieri ormai sulle loro tracce. “Mamma, stiamo scappando”. Hanno registrato gli investigatori.
Quel giorno finì in manette il capo della banda Mario Falanga. Falanga ritenuto il capo dell’organizzazione era anche uno degli uomini operativi. In quell’occasione fu anche arrestato Giuseppe Cervero e dopo un inseguimento vennero anche identificati Aniello Panariello, Giovanna Fusco e Carmine Carbone, raggiunti solo il giorno dopo da un’ordinanza di custodia in carcere. “Vieni dove sta il meccanico” diceva Giovanna Fusco al telefono. Qualche giorno prima nel posto indicato dalla donna era avvenuto un incontro con dei ricettatori per la consegna del materiale da rivendere sul mercato nero delle attrezzature agricole. Dalle telefonate sono emersi alcuni prezzi degli attrezzi da campo rubati.
“Spara il prezzo più alto, digli 250” diceva Mario Falanga ad uno dei ricettatori. “Zio, quanto devo chiedere?”. “Sparagli 500 euro a questo”. “Io gli ho detto 300 e dice che va da Leroy Merlin lo paga 220”. “Allora questo non vuole darci neanche 100 euro?”. In un’altra vendita il capo è deciso e categorico sul prezzo. “Meno di 200 è impossibile. Diglielo che a me è costato tanto, quindi deve cacciare di più”. Secondo gli investigatori sono almeno trenta i colpi messi a segno in quattro mesi. La banda, organizzata in gruppi, razziava gioielli, denaro, elettrodomestici e attrezzature agricole che venivano portate in depositi indicati da Falanga, il 46enne ritenuto capo del gruppo per il rispetto indiscusso della banda decideva praticamente tutto. Il 46enne decideva i furti e come muoversi, l’organizzazione delle bande. Il tutto avvalendosi della nipote 34enne. La banda di ladri era composta da italiani e romeni. Prima di mettere a segno il colpo eseguivano anche dei sopralluoghi per studiare la “pericolosità” e il rischio dell’ “operazione” da mettere a segno. La banda è stata sgominata ieri, sono 16 le persone indagate di cui una già in carcere