E’ stato tenuto a lungo sotto controllo. Era anche agli arresti domiciliari per il possesso illegale di armi, ed e’ stato interrogato piu’ volte per fornire un alibi convincente per quella sera del 19 luglio scorso in cui fu ucciso l’uomo che abuso’ di sua figlia 15enne, poi morta suicida. Lucio Iorillo, 58 anni, di Frasso Telesino, ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Giuseppe Matarazzo, 45enne pastore del posto, uscito il mese prima dal carcere di Poggioreale, dove aveva scontato la condanna per violenza sessuale su minore. Il pm titolare dell’inchiesta Francesco Sansobrino ha inviato l’avviso di garanzia al 58enne operaio idraulico forestale per consentire di nominare un difensore ed eventualmente un perito di parte che assista agli accertamenti tecnici irripetibili che i carabinieri del Racis di Roma avvieranno lunedi’ prossimo. Gli accertamenti riguarderanno l’analisi di due cicche di sigaretta, un sasso e un ramo rinvenuti nei pressi dell’abitazione di Matarazzo, dove due persone a bordo di un suv lo chiamarono con la scusa di chiedere indicazioni stradali, per poi ucciderlo a bruciapelo con cinque colpi di pistola. Su quei reperti potrebbero esserci tracce biologiche utili a individuare l’assassino. Iorillo ha sempre sostenuto di non trovarsi a Frasso Telesino quella sera, e di essere andato a cena a casa di amici a Sant’Agata de’ Goti, dove si e’ trattenuto fino a notte con la moglie. Dell’omicidio del 45enne, che dieci anni prima fu arrestato per gli abusi compiuti su sua figlia, l’uomo ha poi appreso dai carabinieri nel corso della stessa notte, perche’ questi ultimi erano venuti a cercarlo per interrogarlo.