“Mio marito zoppicava e la protesi emetteva un suono talmente forte e continuo che noi familiari riuscivamo persino a registrarlo”. Nel 2017 il nuovo intervento in una clinica toscana per sostituire una parte della protesi secondo i medici non perfettamente allineata ma la situazione precipita il 27 luglio scorso, quando l”uomo cade e la protesi si frantuma. “Sembrava che la sua gamba sinistra fosse staccata dal resto del corpo – continua la moglie -. Mio marito era costretto a rimanere immobile, anche a causa del dolore insopportabile”. Così Concetta Gargiulo, moglie dell’operaio Andrea Ferraro, sconvolta dal calavario del marito lungo cinque anni, racconta la tragica vicenda accaduta all’ospedale di Sarno.
Dopo un primo ricovero a Vico Equense e un altro a Sorrento, il sessantatreenne viene operato nella mattina del 7 agosto nell’ospedale di Sarno. I problemi, però, come racconta Il Mattino, si manifestano già nel primo pomeriggio e i familiari dell’operaio cominciano a temere che qualcosa fosse andato storto durante l’operazione, ma non riescono ad avere chiarimenti dal persoale medico: “Né il primario né altri medici ci hanno detto nulla sull’esito dell’intervento continua Concetta quando abbiamo notato che il malessere fisico persisteva, non abbiamo potuto far altro che chiedere informazioni agli infermieri. Ci hanno dato soltanto generiche rassicurazioni”. La situazione precipita verso le 22.00, quando dalla medicazione sull’anca sinistra comincia a uscire sangue. Con l’aiuto di familiari si riesce a ottenere una ecografia di controllo per Andrea. All’alba le sue condizioni peggiorano ulteriormente. Nel reparto di ortopedia arrivano chirurghi, cardiologi e medici della rianimazione che hanno tentato di stabilizzare Andrea. Stessa cosa ha fatto il primario al suo arrivo in ospedale, verso le 8.20 ma oramai era troppo tardi: circa trenta minuti dopo il ricovero in Rianimazione, Ferraro muore. Muore a sessantatrè anni nel post operatorio ortopedico. La famiglia, moglie e figlio, firma un esposto tramite il loro legale, l’avvocato Lucia Pilar De Nicola. La procura di Nocera Inferiore ha così avviato una inchiesta affidata al sostituto procuratore Donatella Diana la quale ha – per ora – iscritto nel registro degli indagati tre sanitari dell’ospedale Villa Malta di Sarno e disposto il sequestro della salma per l’autopsia che potrebbe essere eseguito lunedì prossimo. In queste ore, i carabinieri sono a lavoro per studiare tutte le cartelle cliniche della vittima e verificare quali siano effettivamente le responsabilità.
“Non ho potuto vedere le cartelle cliniche che sono state sequestrate – spiega Alfonso Giordano, direttore sanitario dell’Umberto I di Nocera con funzioni a scavalco anche a Villa Malta – ho soltanto sentito il racconto dei medici che lo hanno avuto in cura. Anche noi attendiamo l’esito dell’autopsia per capire cosa sia accaduto. Da parte nostra siamo fiduciosi ma siamo anche pronti a prendere i provvedimenti del caso”.