Castellammare di Stabia. “Sgombrando il campo da ogni polemica fine a se stessa, anticipiamo in nostro orientamento sulla delibera che consentirà la istituzione del Museo Archeologico e della Scuola del Ministero ora solo dei Beni Culturali non più del Turismo. Il Governo del cambiamento così ha voluto, bontà sua…! Anticipiamo il nostro Si, tuttavia il nostro voto favorevole ( in fondo la delibera è copiata per grandissimi tratti da quella da approvare l’8 febbraio) non ci esime da alcune considerazioni che vanno aldilà del merito stesso. Invero tali perplessità le abbiamo esternate nell’emendamento depositato e nel quale in riferimento al Museo Civico riteniamo esiguo lo spazio ove allocarlo nei locali della Reggia. Ed infatti abbiamo proposto, ora come allora, di dividere le diverse sezioni a farsi in diverse strutture della città in un disegno più ampio ed organico di valorizzazione dei nostri beni. Villa Gabola per le arti e la Musica e la ex Colonia dei Ferrovieri per il Museo Navale. Come d’altro canto non vi è traccia dell’Archivio Storico che si voleva allocare in spazi più consoni sulla Reggia. Naturalmente tutto questo disegno nasce e nasceva da una più ampia visione di città che vedeva sia Villa Gabola che Colonia Ferrovieri oggetto di intervento attraverso sia i PICS ( nuovo fondi europei) sia le linee guida del Grande Progetto Pompei. Probabilmente era voler troppo dalla neo insediata amministrazione uscita si vincitrice dalle urne ma ancora confusionaria nelle sue prospettive di governo. Le ultime esternazioni in tema di Porto e Fincantieri ne sono la riprova laddove i più avveduti non possono non vedere nelle dichiarazioni del Sindaco a seguito dell’incontro con il Presidente dell’autorità Portuale e con l’Ad di Fincantieri, due visioni antitetiche dell’area che va dal porto commerciale a tutta Fincantieri. Ma su questo tema ci ritorneremo a ragion veduta ed in maniera ancor più incisiva. Ritornando a noi la responsabilità ci suggerisce di non sprecare una occasione alla quale già nella precedente consiliatira si era collaborato giungendo ad una conclusione condivisa non solo tra tutti gli attori del consiglio ma anche con la struttura tecnica del Comune e della Soprintendenza. Oggi ci stupisce questa rivisitazione al ribasso ma la annoveriamo nel campo della mancata conoscenza e nell’assenza di un disegno organico di visione della città, un peccato originale cui prima o poi dovrà venire a capo questa maggioranza”. A dirlo Tonino Scala (LeU) e Francesco Iovino (PD).