Caserta, il boss Venosa in fin di vita. La figlia: “Ha diritto di morire da essere umano”


“Nostro padre è un essere umano e ha diritto di morire da esser umano”. A dichiararlo è Arianna Venosa, figlia del boss dei Casalesi Luigi Venosa detto giggino o’ cucchiere, ricoverato in stato terminale nell’ospedale di Catanzaro. Venosa nei giorni scorsi era stato scarcerato su richiesta del suo avvocato Paolo Caterino per le sue condizioni di salute non erano più compatibili con il regime carcerario. Era detenuto a Catanzaro dove stava scontando una pena a otto anni di carcere inflittagli nel febbraio scorso dal Tribunale di Napoli. “Nostro padre non può stare nell’ospedale di Catanzaro dove tra l’altro nonostante non sia più cosciente è tenuto sotto stretta osservazione. Non riusciamo a capire il perché di tanta acredine del Tribunale di Napoli nei suoi confronti. Per i medici al massimo mio padre sopravviverà per un’altra settimana. Chiediamo che muoia nel suo letto o che quantomeno ci diano la possibilità di portarlo in una struttura ospedaliera più attrezzata”. Nei giorni scorsi attorno alla famiglia Venosa era scoppiata una violenta polemica per le minacce di morte rivolte alla giornalista casertana, Marilena Natale. Tra l’altro nello stesso processo è stata condannata a due anni e otto mesi di carcere la moglie Angelina Simonetti che si trova agli arresti domiciliari a San Cipriano d’Aversa e alla quale sempre secondo la figlia Arianna viene impedito di far visita al marito moribondo. ” Non hanno neanche un minimo di umanità-spiega ancora Arianna Venosa- visto che impediscono a nostra madre di vedere papà. Noi chiediamo solo che lo lascino morire circondato dai suoi cari e non solo come un animale in una stanza di ospedale. Solo questo chiediamo”.

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